Devo ammettere che la prosa utilizzata dalla Dworkin l’ho trovata abbastanza “pesante”, il che mi ha reso un po’ più difficile la comprensione delle idee esposte nel libro. Nonostante ciò, i primi capitoli sono pieni zeppi di interessanti punti di riflessione, osservazioni che non avevo mai neanche pensato di prendere in considerazione, e in generale penso mi abbia aiutato ad avere una comprensione più a 360° del rapporto che le donne hanno con il movimento femminista. Non posso comunque negare molte perplessità e assoluti disaccordi soprattutto in ambito sessuale, in quanto prende delle posizioni che trovo fin troppo estremiste… Come da titolo, considerata la radicalità di certe idee che espone, non è un libro che consiglierei a tutti. Soprattutto se la persona in questione è a digiuno e inesperta di temi legati al femminismo. In questo caso, opterei per altri libri, come “Donne, razza e Classe” di Angela Davis (il quale permette di vedere e interpretare il movimento femminista anche in relazione al razzismo e al capitalismo/classismo)
