“Puoi pensare al mio racconto come a una confessione”, si legge nell’incipit, e già il lettore si sente coinvolto nelle vicende. Siamo in un momento ben contestualizzato: nel 1690 la schiavitù è agli inizi e i piantatori sono avidi di affari legati alla forza lavoro. Le persone iniziano a classificarsi in “europa”, superiori, o “noneuropa”, inferiori. Eppure sarebbe riduttivo raccontare solo di questo. Morrison inserisce numerosi temi, come la religione (negli scontri tra fedi differenti), o la questione femminile (nelle vessazioni nei confronti delle donne), o la maternità (nel dolore di perdere i figli e cercare di sostituirli senza successo). Infine è lo stile a colpire: ogni capitolo sembra essere dedicato a un personaggio diverso, in base al quale la penna dell’autrice cambia, dai monologhi più infantili alle digressioni più consapevoli. E infatti questo romanzo è anche un grande mosaico di personaggi: Florens, Lina, Rebekka, Sorrow, e altre donne forti che raccontano la propria storia.
Il dono
«Una storia sul dolore dell'innocenza perduta e dei sogni infranti. Un romanzo indimenticabile» - The New York Times
Stati Uniti, fine del Seicento. Figlia di una schiava, e forse del padrone, la piccola Florens vive in una piantagione del Maryland. Un giorno alla fattoria arriva Jacob, un commerciante con una proprietà nel Nord e con un debito da riscuotere: il padrone non ha denaro e gli offre in cambio una schiava. In un attimo, la madre di Florens — che ha colto negli occhi dell'uomo un lampo di bontà — convince Jacob a prendere con sé la figlia, certa che avrà un futuro migliore. Da quel giorno, per tutta la vita, Florens cercherà invano di colmare il vuoto dell'affetto materno, senza mai rendersi conto che quell'abbandono non è stato altro che un disperato gesto d'amore, l'unica speranza di salvezza. Il dono estremo e straziante di una madre.
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Anno edizione:2018
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ChiaraCls 10 febbraio 20247/10
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America, fine Settecento. Dominano violenza, pregiudizi e oppressioni e il commercio degli schiavi provoca grandi sofferenze. La protagonista è Florens, figlia di una schiava, che viene data in cambio dell'estinzione di un debito, con la speranza che possa avere comunque una vita migliore. La rinuncia della madre è un atto di profondo amore verso la figlia, di misericordia e salvezza, ma la piccola Florens non riuscirà mai a colmare questo vuoto causato dall’abbandono. Questo romanzo mi ha colpita, trasmette una profonda tristezza e tutto l’orrore e la sofferenza di quel tempo, ma contemporaneamente mostra l’instancabile voglia di vivere, e tutta la forza che può generare l’amore.
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