Prendi Carlos Ruiz Zafon, sostituisci la sua Barcellona magica con un altrettanta Napoli magica e ottieni Lavinia Petti. Seguo questa autrice dall'esordio, Il ladro di nebbia, e con un secondo romanzo, La ragazza delle meraviglie, che mi conferma la sua bravura, entrambi pubblicati da Longanesi e dalle copertine molto belle (soprattutto il primo). Poi un paio di anni di silenzio e il ritorno, questa volta con Mondadori (e una cover invece un po' anonima) dove accantona Napoli e ci racconta, come in un romanzo di formazione, la maturazione di un ragazzino, Elia, e dei suoi amici, costretti ad affrontare un mistero del passato ma anche molti conflitti con diversi adulti, in un piccolo residence di provincia, dove Elia è in vacanza/custodia dalla zia (a causa della precaria salute mentale della madre) mentre gli altri ci vivono con le rispettive famiglie. Il libro, anche se in modo differente dai precedenti, mi è piaciuto (la narrazione spesso ha il sapore di una narrazione alla Stand by me di Stephen King). Nel complesso l'autrice mostra maturità, distaccandosi dalle precedenti esperienze e scrivendo qualcosa di non nuovissimo nel suo genere, ma comunque apprezzabile. Un'autrice che per ora non mi ha deluso e che ha tutta la mia riconoscenza.
