Charlotte Perkins Gilman è stata una scrittrice e riformatrice sociale statunitense. Pronipote di Harriet Beecher Stowe, socialista fabiana e sostenitrice del suffragio femminile, la G. volle dedicarsi, dopo un’infanzia tormentata, all’analisi dei problemi economici e sociali dei gruppi meno favoriti, e in particolare dei bambini e delle donne, che fece oggetto di numerosi saggi, come Le donne e l’economia (Women and economics, 1898) e di poesie, romanzi, racconti. Il più famoso, La carta gialla (The yellow wallpaper, 1892), è il resoconto, sottilmente autobiografico, di un lucido quanto ineluttabile «viaggio» verso la follia. Originale elaborazione del romanzo utopico è Terradilei (Herland, 1915), in cui s’immagina un mondo abitato da sole donne. La G. lasciò anche un’autobiografia (The living of Ch.P.G. An autobiography, 1935), pubblicata dopo che l’autrice, coerente con i propri ideali laici di rispetto della persona umana, aveva scelto il suicidio con il cloroformio per non arrendersi alla malattia.