Si possono recensire i fuochi d’artificio, gli zampilli di una fontana, le scintille che sprizzano dal camino, lo sfavillio del mare sotto il sole, gli schizzi delle onde contro gli scogli, lo scorrere di un ruscello, un assolo frenetico di batteria, il fragore improvviso di un applauso a scena aperta, la pallina impazzita del flipper che fugge fra bagliori e scampanellii, le forme variopinte ed effimere che si inseguono nel caleidoscopio, il gorgogliare profumato della caffettiera, lo scoppiettio del pop corn nella padella? Ecco questo libro tutto questo lo fa con le parole, che si dilatano in mille arabeschi scoppiettanti e luminosi, zampillano, sprizzano, sfavillano, si frantumano in mille spruzzi, fluiscono rapide, si rincorrono con ritmo ossessivo, esplodono in botti gioiosi, corrono per sentieri tortuosi di suoni e luci, si incalzano in geometrie proteiformi, barbugliano aromaticamente, spingono contro il coperchio che vorrebbe intrappolarle… e non dite che sono solo giochi di parole!
Ed è subito pera e altri epigrammi
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Per la scoppiettante vena di manipolatore del linguaggio, per gli effetti nonsensici e parodici, e la malinconica arguzia, Gino Patroni (1920-1992) è considerato uno dei più grandi epigrammisti del Novecento italiano, accostabile a Toti Scialoja. Possiede il genio del nonsense e del gioco di parole (Arrigo Petacco). Un giorno Patroni è con Gianni Brera, assistono a una partita di calcio, entrambi sono giornalisti sportivi. A un certo punto Patroni sussurra all'orecchio di Brera: «Orsù!». Brera si aspetta che all'esortazione segua un concetto. Non segue nulla. «Orsù cosa?!» lo incalza Brera. E Patroni: «Una famiglia di orsi recentemente scoperta in Sardegna». Questa antologia, curata da Monica Schettino che firma anche un'approfondita introduzione, ripropone una scelta significativa di epigrammi di Patroni, freschi e pungenti, attraversati da una comicità irriverente. Rileggere oggi Patroni è ancora un esercizio nutriente che trasmette un godimento irresistibile. Dal nome della prima raccolta di epigrammi di Patroni, Aritmie, prende il nome questa «collana di scritture anomale» che privilegia testi con un respiro comico-surreale, storie bislacche, visionarie, lunatiche.
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Anno edizione:2024
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Grazia 29 aprile 2025Pop corn
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