Edimburgo. Note pittoresche - Robert Louis Stevenson - copertina
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Letteratura: Gran Bretagna
Edimburgo. Note pittoresche
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Descrizione


Visitare Edimburgo guidati dal più grande scrittore scozzese: Robert Louis Stevenson (1850-1894): i monumenti e i luoghi dei grandi avvenimenti sono i protagonisti di questa "passeggiata", e Stevenson ce li presenta intrecciando la storia, l'aneddotica e le tradizioni scozzesi, egli sottolinea soprattutto gli aspetti "romantici" e "pittoreschi" della sua città natale.

Dettagli

22 ottobre 2015
119 p., ill. , Brossura
9788871644899

Valutazioni e recensioni

  • Fabiola Galati

    Ritorno a Stevenson, alla sua scrittura intimista, calda, confortante ed entusiasta, stavolta con uno fra i titoli meno conosciuti: "Edimburgo. Note pittoresche", edito da Ibis. Redatto tra il 1871 e il 1876 e pubblicato nel 1878, "Edimburgo" è un ibrido tra un saggio, un diario e una guida turistica: il lettore si ritrova a visitare la capitale scozzese al fianco del suo più grande scrittore, mentre questi descrive la sua città natale non solo illustrando con metodo i luoghi di interesse, ma raccontandone anche la storia e l'aneddottica a essi legata, soffermandosi sugli aspetti appunto più pittoreschi della sua Edimburgo. Stevenson parla della sua città con sincerità ed elegante ironia, non lesinando critiche laddove servono, né frenandosi dall'elogiarla dando voce ai suoi sentimenti; in tal modo si avrà una visione completa e quasi "oggettiva" del discorso, poiché nessuna sfaccettatura viene nascosta al lettore. Di Edimburgo vengono esaltate la memoria storica, il suo folklore (tramite le leggende tramandate) e quell'aspetto artistico - che Stevenson definisce "pittoresco" - che la contraddistingue, senza, tuttavia, nascondere il suo essere per lo più un luogo grigio e piovoso, che spesso induce al malumore e alla malinconia. Le passeggiate che Stevenson percorre in questo saggio vanno dalle stradine rurali di Cockermouth e Keswick ai dintorni di High Wycombe, passando poi per i distretti di Calloway e Carrick; lo scopo dello scrittore è quello di presentare tramite sentite descrizioni il carattere e l'atmosfera di Edimburgo, cercare di delineare il più nettamente possibile i contorni dei vari castelli, villaggi, sentieri, paesaggi e luoghi d'interesse e, al contempo, riuscire a rendere i sentimenti e le sensazioni che Edimburgo ha trasmesso negli anni (e continua a trasmettere) all'autore. Il libro, nonostante sia datato, si può ancora ritenere attendibile per quanto concerne i monumenti e i luoghi di maggiore interesse, veri protagonisti dello scritto. Raccontandone la storia, lo scrittore indugia sul passato e descrive gli usi del tempo, rivolgendo però un occhio alla modernità e al presente, caratterizzato da una nuova crescita urbana e dallo sviluppo commerciale. La scrittura stevensoniana, avventurosa e cameratesca, colloca la capitale scozzese in una dimensione di atemporalità: la vita quotidiana della città viene descritta nei suoi rituali giornalieri, esaltandone il carattere unitario, nutrendo, in tal modo, il mito - fascinoso e ammaliante - dello "spirito edimburghese". Non reputo di per sé lo scritto eccelso, ma - con questo tipo di stile e narrazione - a fine lettura sarà impossibile non veder rinnovato il proprio desiderio di visitare Edimburgo e la Scozia tutta!

  • JENNIFER COMOTTI

    Robert Louis Stevenson ci racconta della sua Edimburgo, evidenziando i lati positivi e anche quelli negativi. Essendo andata per la prima volta a Edimburgo quest'anno, rileggendo il libro mi è sembrato di essere ancora lì, scoprendo, nel frattempo, qualche curiosità sulla città. Lo consiglio, quindi, a chi vuole conoscere Edimburgo sia in previsione di un viaggio futuro, sia a chi c'è già stato ma ci vuole ritornare attraverso le sue parole. Il libro ha solo un centinaio di pagine e contiene alcune immagini in bianco e nero

Conosci l'autore

Foto di Robert Louis Stevenson

Robert Louis Stevenson

1850, Edimburgo

Scrittore inglese. Dopo una giovinezza ribelle, in polemica col padre e con il puritanesimo borghese del suo ambiente, diventò avvocato, senza però mai esercitare la professione. Malato di tubercolosi - e quindi alla ricerca di un clima più adatto ai suoi problemi di salute - e per spirito d’avventura, viaggiò a lungo in Europa e in America, collaborando a periodici con novelle, saggi e poesie. Tusitala -il narratore di storie- così lo chiamavano gli indigeni delle isole Samoa, dove Stevenson visse gli ultimi anni della sua vita.Nel 1879 sposò un’americana divorziata - Fanny Vandegrift -, madre di due figli e di dieci anni maggiore di lui. Non essendoci problemi economici, nel 1888 potè partire per una lunga crociera nel Pacifico....

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