Eppure non sono un pessimista. Conversazioni con Jürgen Habermas - Jürgen Habermas,Enrico Filippini - copertina
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Eppure non sono un pessimista. Conversazioni con Jürgen Habermas
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Descrizione


Questo libro raccoglie due conversazioni di Enrico Filippini con Jürgen Habermas pubblicate rispettivamente sull’«Espresso» nel 1979 e su «Repubblica» nel 1986. Non semplici interviste, ma un lungo dialogo interrotto e poi ripreso, narrato con sensibilità letteraria e tessuto di silenzi, provocazioni, immagini. Al centro della discussione ci sono la crisi della Modernità e la dissoluzione della cultura di sinistra, i temi habermasiani della colonizzazione del «mondo della vita» operata dagli apparati di controllo sociale e della necessità di un nuovo «agire comunicativo» che ne ristabilisca lo spazio e la possibilità. Un dialogo, in costante tensione tra la proposta del filosofo tedesco e i dubbi incalzanti di Filippini, che si situa in un passaggio cruciale della recente storia culturale europea e che conserva intatta la sua carica epistemologica di riflessione sul presente.

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Dettagli

30 settembre 2013
128 p., Brossura
9788876159961

Conosci l'autore

Foto di Jürgen Habermas

Jürgen Habermas

1929, Düsseldorf

Jürgen Habermas (Düsseldorf 1929) è professore emerito presso l'Università di Francoforte sul Meno. Tra le sue molte opere tradotte in italiano ricordiamo: Cultura e critica (Einaudi, Torino 1980), Teoria dell'agire comunicativo (il Mulino, Bologna 1986), Morale, diritto, politica (Einaudi, Torino 1992), Multiculturalismo (con Ch. Taylor, Feltrinelli, Milano 1998), La costellazione postnazionale (Feltrinelli, Milano 1999) e Il futuro della natura umana (Einaudi, Torino 2002 e 2010).

Foto di Enrico Filippini

Enrico Filippini

1932, Valle Maggia, Canton Ticino

Di formazione culturale tedesca, si sentì attratto dall' "irrequietezza della Repubblica italiana". A Milano si iscrisse alla facoltà di Filosofia, dove si laureò nel 1960 con Antonio Banfi con una tesi sulla pedagogia tedesca. In questo periodo allacciò anche i primi contatti con la Feltrinelli, che gli affidò i lavori di traduzione e alla fine anche un posto di redattore, che mantenne fino al 1968.Tradusse autori come Johnson, Grass, Enzensberger, Frisch, Durenmatt. Inoltre, si impegnò nella spinosa traduzione di Edmund Husserl: prima la "Krisis" (1961), poi il secondo e terzo libro delle "Ideen" (1965). Nel contempo si trasferì a Parigi per una borsa di studio dove ebbe modo di studiare con Ricoeur e Lacan. Inoltre, fu tra i fondatori del...

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