Kant, concludendo la Critica della Ragion Pratica, incardina la coscienza della sua esistenza in due cose: la legge morale dentro di sé e il cielo stellato sopra di sé. L’esistenza di Elisabetta, per quanto breve, ha avuto le stesse radici. Sempre intinta nella coscienza del giusto e travolta dal fascino degli spettacoli della natura. E della vita. Un’altra esistenza, quella di Kierkegaard, anch’essa breve, ha avuto un percorso simile, oggettivamente radicata nella morale e nella natura. La riflessione del filosofo danese sul concetto di esistenza, intesa come possibilità di scelta, è il punto di partenza di questo libro e dell’esistenzialismo moderno. Il lavoro percorre sinteticamente l’intero arco della riflessione esistenziale del Novecento, soffermandosi sui principali protagonisti come Heidegger, Sartre e Abbagnano, evidenziandone le differenze, senza però opacizzare il denominatore comune che rimane il concetto kierkegaardiano di esistenza come possibilità, schiusa a forme di vita inedite e superiori.
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Anno edizione:2020
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