In questo romanzo l'elemento fantastico è strettamente correlato all'ambiente urbano, i cui riferimenti storici concorrono a renderlo interessante e misterioso, tingendosi altresì di giallo riguardo a un caso rimasto irrisolto da più di un secolo. La fabbrica è grande, assomiglia in tutto e per tutto a una vera e propria città dove i sei personaggi principali, attraverso passaggi temporali, cambiano identità e ruolo. Il vero enigma è come riuscire a entrarvi, poiché la Fabbrica Alta non si lascia profanare dal primo che passa, occorre una certa predisposizione dell'anima che deve essere serena e leggera. Tanti hanno cercato di varcarne la soglia,ma senza i requisiti necessari, hanno sempre fallito. L'opera si nutre di una duplice anima: se da un lato, vi è la competenza storica dell'autore nel riportare fedelmente attraverso accurate descrizioni quella realtà lavorativa dura ed amara, dall'altro una serie infinita di situazioni surreali, spostano il lettore su tutt'altro piano. La gestione fluida di una trama stratificata attraverso un linguaggio semplice, unita a un ritmo nattarivo vivace, una prosa ricca di citazioni cinematografiche e musicali, sembrano sortire l'effetto in chi legge di una piacevole vertigine. In conclusione, se siete appassionati di luoghi abbandonati ed è sempre vivo in voi lo spirito dell'avventuriero, non esitate ad immergervi in questa lettura: in fondo i libri sono fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
