La fedeltà disattesa
L’atto di tradurre appartiene alla storia della letteratura da sempre: fin da quando è esistita la scrittura, se non prima, tradurre è stato un mezzo di conoscenza dell’altro, un modo per avvicinarsi a dei concetti, ma anche un grosso rischio di fraintenderli. La stessa etimologia del termine mostra questo rischio: dal latino trans e ducere che diviene traducere quindi “trasportare”, ma che ricorda anche quella di “tradire”, trans e dare ovvero “consegnare”. La traduzione trova ampio spazio anche nella storia della musica e in particolare nella storia del cantautorato. Questo è un viaggio in quella storia: nel mondo dei cantautori che si “saccheggiano” a vicenda. In particolare, i cantautori italiani che si ispirano ad altri cantautori americani (songwriters se vogliamo) o francesi (che chiameremo chansonniers). Si prenderanno in esame traduzioni e testi di Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Giorgio Gaber in confronto con Bob Dylan, Leonard Cohen, e molti altri, per arrivare al significato di “fedeltà disattesa”, come la chiama De Gregori, e scoprire la differenza tra traduzioni “brutte fedeli” e “belle infedeli”, come disse Fabrizio De André citando Benedetto Croce.
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:2 settembre 2024
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