Una bella sorpresa questo libro, scritto sotto forma di intervista, è un omaggio alla Sardegna. Una regione che è una nazione, un popolo orgoglioso e fiero delle proprie origini, che nulla ha da spartire con chi viene “dal continente “ Chi era Tullio Saba? I ricordi di chi l’ha conosciuto sono labili, la memoria muta e si trasforma, la verità si perde nel tempo. Per alcuni era un buon uomo, gran lavoratore, altruista e generoso. Per altri, invece era un opportunista, un bugiardo, donnaiolo e traditore. La narrazione copre mezzo secolo, dal fascismo al dopoguerra fino agli anni Ottanta: ognuno racconta la sua verità, mischiando il proprio vissuto con gli eventi storici, sociali e culturali del paese. Di Tullio Saba, personaggio di fantasia anarchico e antieroe, si scopre tutto e non si svela nulla. Resta un mistero persino la sua morte.
Sergio Atzeni è uno scrittore giovane di radici - inevitabili radici, si apprende leggendolo - sarde, affondate in una cultura distillata e in un sentimento popolari (e nazionali, se la Sardegna è nazione). Più che al ritratto o al paesaggio, conseguentemente il suo raccontare rassomiglia all'affresco: scene e figure dislocate nello spazio della narrazione, ciascuna gravata di una sua vicenda e di suoi simbolismi. Era così il primo romanzo, Apologo del giudice bandito. Ancora di più questo, "Il figlio di Bakunìn": Tullio Saba, anarchico che attraversa il Novecento, solitario incantatore, capopopolo medievaleggiante in un mondo che si modernizza dolorosamente. A lui guardano un numero di visi e di figure diversamente segnate, o sagome passanti che lo incrociarono. E lo raccontano chiedendosi chi sia stato; ma raccontando soprattutto di loro. E chi sia fattualmente questo figlio di Bakunìn, alla fine sfuma nelle opinioni, nelle testimonianze, nelle credenze: se sia ladro e assassino o ribelle, se morto o fuggiasco, se appassionato amante o profittatore: se sia traditore o eroe (per citare un famoso racconto di Borges in cui in un gioco di specchi si perde la realtà storica di un personaggio). Solo che il gioco di specchi di Atzeni non ha a che fare con la metafisica della inafferrabilità, piuttosto con la libertà e la sua leggenda. E della leggenda della libertà - vale a dire dei modi in cui la libertà è tramandata, sognata, raffigurata da un popolo - Atzeni raggiunge l'essenza.
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Palermo, Sellerio, 2009, 16mo (cm 15 x 10,5) brossura editoriale con alette, copertina illustrata a colori, pp. 153.
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Anno edizione:2009
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Stefania 18 marzo 2025Tullio Saba, chi era costui?
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Vanessa 09 gennaio 2025Romanzo appassionante e coinvolgente
Consigliatissimo agli appassionati di storia contemporanea e di romanzi corali. La storia di Tullio Saba fa riflettere sulla nostra condizione umana, sulla libertà e sul ruolo che abbiamo nella società, aldilà della semplice narrazione della sua storia. E' ambientata in Sardegna, in un'epoca turbolenta, tra le due guerre mondiali. Tullio Saba è un uomo dalla personalità complessa e controversa, soprannominato "Bakunin" per il suo spirito libertario e anarchico. E' un protagonista carismatico, circondato da personaggi secondari molto interessanti e ben caratterizzati. Atzeni ci trasporta in un'atmosfera autentica, tra le miniere, i paesini di provincia e le tensioni politiche dell'epoca. Da leggere assolutamente.
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