L’idea da cui nasce il libro è sicuramente originale e altrettanto sicuramente attira l’attenzione dei pendolari più o meno incalliti. Tuttavia, forse sintomo del fenomeno su cui si concentra il libro (il pendolarismo), il libro non ti porta a “divorarlo” durante, ad esempio, un viaggio in treno. Il testo risuona con l’esperienza del pendolare, ma è come se mancasse di comunicare, almeno in qualche passaggio, il colore che le persone che si incontrano possano dare (in negativo e in positivo). Aspetto, forse, non molto semplice da seguire è il pendolare stesso dello scrittore, che si appella “testimone”, nelle zone del nord Europa, soprattutto per chi non ha familiarità con quei luoghi. Comunque, il libro è ben scritto e tradotto con cura (non appaiono errori palesi). Un buon libro da cui non mi aspetterei dei fuochi d’artificio (ad eccezione di alcuni passaggi). Del resto, è difficile aspettarsi i fuochi d’artificio da ciò che accade mentre si pendola. Sicuramente il tema è stato trattato da pochissimi, come spiega l’autore stesso nel libro, e, per questo, bisogna apprezzare il suo coraggio.
Filosofia minima del pendolare
Di tanto in tanto, esistono momenti in cui si può tirare il fiato, in cui la vita rimane come sospesa per aria, una parentesi in cui non si vuole né questo né quello e non si è costretti a correre: secondo Björn Larsson il viaggio del pendolare è uno di questi momenti.
Björn Larsson ha alle spalle un’esistenza nomade e vagabonda a bordo di una barca, ma anche quarant’anni di sfiancante pendolarismo. Pendolare incallito tra Danimarca, Svezia e Italia per lavoro e per amore, durante i suoi numerosi viaggi – in traghetto, treno, bus e qualche aereo – e migliaia di chilometri, ha osservato le abitudini e le nevrosi dei pendolari, incluso se stesso. Il risultato è un libro divertente in cui episodi di vita vissuta sono occasioni di riflessione, e l’elegante lingua della letteratura si mescola al buffo chiacchiericcio quotidiano dei viaggiatori. Si passa da spunti su come scegliere i migliori posti sui mezzi di trasporto agli snervanti imprevisti che spesso tocca affrontare, passando per l’arte di trovare il tragitto più breve a considerazioni profonde sulla decadenza del linguaggio e le trasformazioni della società, con un occhio attento ai cambiamenti nel modo in cui viaggiamo. Tra citazioni dai miti letterari come Martinson e De Beauvoir, Orwell e Beckett, non mancano critiche al capitalismo e riflessioni sull’isolamento durante la pandemia, che ha toccato profondamente chi, come lui, trova nel viaggio una ragione di vita. E c’è spazio anche per l’avventura, naturalmente: quando i venti del Nord soffiano sull’Øresund e i traghetti sono in balia delle onde, è facile ricordare altre burrasche. Con leggerezza e un’ironia che si fa aperta comicità, Larsson trasporta i suoi temi classici, come il viaggio, lo sradicamento e il bisogno di libertà, dal mondo romanzesco dei mari a quello quotidiano e urbano del trasporto pubblico, in un racconto che susciterà immediata simpatia in chiunque abbia vissuto, anche solo per poco, la frustrante esperienza del pendolarismo.
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ilaria 21 maggio 2025Originale…a tratti
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Fra 12 maggio 2025Carino
Una piacevole lettura autobiografica per chiunque sia pendolare.
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Angelo 15 marzo 2025Pieno di intelligenza e ironia
Da un'esperienza come il pendolarismo, che non sembra stimolare molto l'ispirazione, viene fuori un racconto pieno di intelligenza e di ironia. Tra i diversi argomenti: i tic linguistici, il confronto tra i trasporti svedesi e quelli italiani, i barboni alle stazioni, alcune drammatiche traversate dell'Oresund in traghetto, una raccolta di frasi singolari dei pendolari. Ottima la scelta di sottolineare in corsivo le espressioni abusate alle quali l'autore fa ricorso talvolta per colorire il racconto.
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