Recalcati rilegge il gesto fratricida di Caino in chiave psicanalitica. L’interpretazione che ne scaturisce è interessante: Caino è preso da un odio invidioso, per non essere più l’unico figlio di Eva e perché Dio gli ha preferito i doni di Abele. Caino vede nel fratello “l’immagine ideale di sé che egli vorrebbe essere ma non può essere”; colpendo Abele egli colpisce l’ideale irraggiungibile di se stesso. Ma l’epilogo non è distruttivo: Caino assume la conseguenza del proprio atto e la sua vita ha un seguito, diventa “eticamente generativa”. Perché “non solo dal bene nasce il bene, ma anche dal male può nascere il bene”.
Il gesto di Caino
Il gesto di Caino, il sangue di Abele, la punizione di Dio. Prima dell'amore per il prossimo, lo scandalo dell'odio fratricida interroga la vita umana.
«In fondo la domanda seria è questa, per Caino, Abele e ogni umano: credo all'amore?» – Enzo Bianchi, TTL-La Stampa
«Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell'odio. È da questo gesto che la storia dell'uomo ha inizio. Sappiamo che l'amore per il prossimo è l'ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l'amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l'amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l'amore per il prossimo viene dopo l'esperienza originaria dell'odio.»
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2021
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ormos 24 gennaio 2024
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Andrea Pomponio 25 settembre 2020
Caino uccide il fratello senza pieta e il racconto dell'omicidio ci e' offerto dal testo biblico che lo presenta in modo, si potrebbe dire, implacabile e disincantato. Il testo di Recalcati sottolinea come "la violenza di Caino non parla"; gesto che per alcuni versi e' simile al gesto dell'Edipo di Sofocle che passa dalla tormentata assunzione della propria colpa, alla maledizione di Dio; dall'erranza e dalla fatica del lavoro sino alla costruzione della prima citta umana e della propria paternita . Allora, come evidenzia l'Autore, il nostro compito e' dunque lo stesso che ha atteso Caino all'indomani del suo gesto disperato e spietato: tradurre la violenza senza Legge dell'odio in un nuovo legame possibile con l'Altro.
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