Nella sua opera prima Alexi Zentner ci immerge nei gelidi inverni di Sawgamet, cittadina fondata sull'onda della caccia all'oro americana nei primi del '900 da Jeannot, un giovane avventuriero e primo esemplare delle tre generazioni familiari qui raccontate. E' infatti il ritorno dell'anziano Jeannot a Sawgamet dopo 30 anni a innescare nel nipote il desiderio di raccontare la storia della sua famiglia nelle figure di suo nonno e suo padre. La terra dell'estremo Nord è inclemente, i suoi inverni sono freddi e le sue estati sono brevi e dedicate alla raccolta della legna, poi venduta ai primi geli dell'autunno. I boschi che circondano la piccola cittadina sono abitati da creature più vecchie del tempo, delle quale si odono storie da sempre; che semplicemente esistono e devono essere affrontate dalla modernità. C'è qualcosa a Sawgamet che è più vecchio della storia; ci sono legami misteriosi e antichi che uniscono l'uomo al cuore più selvaggio della natura. La penna di Zentner è semplicemente magistrale nel dipingere di bianco innevato le pagine del romanzo; evoca atmosfere così reali che - giuro - mi ha fatto addirittura preoccupare che l'ululato del lupo desse noia ai vicini. E così le bufere sono fredde, il ghiaccio è implacabile e scava le nostre ossa come quelle dei protagonisti, le creature sono vere e così ben descritte da risultare credibili, esistenti. Dall'opposto lato, l'amore familiare, caldo e intimo, si staglia con imponenza contro il vento e ci culla per brevi momenti d'armonia. E' un romanzo bello, è proprio bello. E' imperdibile per gli amanti del realismo magico e della mitologia indiana, ma anche per chi è affascinato dalla natura selvaggia e indomabile, dal destino delle cose e della vita. Bello bello bello.
Il ghiaccio fra le mani
Jeannot è tornato. Dopo trent'anni in cui ha vagabondato per le foreste insieme alle ossa dell'uomo che ha ucciso due volte e il ricordo di un cane che cantava agli spettri, Jeannot è tornato. E tornato nel villaggio che aveva fondato lui stesso, anni prima: un manipolo di cercatori d'oro e taglialegna, di uomini impastati di coraggio e disperazione che hanno strappato quel brandello di terra alle silenziose immensità delle foreste del Nord canadese. Ma ciò che la maggior parte degli uomini scambia per silenzio è la voce delle creature che abitano le accecanti tenebre della neve: loup-garou e ijirait, mutaforma e divinità indiane, streghe del mare e il misterioso caribù dorato. Jeannot ne distingue le voci, ne conosce i nomi e le magie. Ma è tornato troppo tardi, dopo che il figlio Pierre e la nipotina sono stati inghiottiti dal fiume, forse a causa di una maledizione che grava sul patriarca: il ghiaccio non dimentica e il bosco pretende sempre qualcosa dagli uomini che hanno l'audacia - o la follia - di sfidarlo. Da quali demoni (non solo interiori) sta fuggendo Jeannot ? Cosa successe a Pierre e alla sua mano mozzata, o quale destino attende Stephen, l'ultimo discendente della famiglia e narratore di questa storia composta di mille storie? L'unica cosa che si sa, per ora, è che Jeannot è tornato per uno scopo: far rivivere la moglie morta. Perché "II ghiaccio fra le mani" è la storia di un villaggio e di tre generazioni di uomini e dèi, di spettri e animali, di vivi e morti.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2012
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CELESTE DEGL'INNOCENTI 23 novembre 2016
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