"Il gioco e l’intrattenimento rivestono da sempre una posizione significativa se non addirittura centrale nel contesto dell’esistenza umana. A spiegare la fascinazione che essi producono può forse bastare il richiamo alla nota e suggestiva metafora per la quale giocare consente di migrare su un’isola felice, confortante e piacevole, dove le coordinate di luogo, tempo e spazio non corrispondono a quelle del quotidiano. In effetti, la dimensione ludica ha tutto l’aspetto di una monade chiusa, in cui il giocatore si immerge per dare risposta al proprio bisogno di svago, innato e pressante, che investe tanto il versante pubblico che quello privato del suo vissuto individuale. Tuttavia, proprio il tendenziale percorso del giocatore verso l’isolamento, il suo forte, quando non addirittura smodato, attaccamento alle sensazioni che il gioco produce, la strumentalizzazione a cui facilmente si prestano le occasioni di intrattenimento, spiegano il motivo per cui la scienza giuridica, al pari di altre scienze, non sia potuta rimanere indifferente a tale materia e, ancor più, ai suoi esiti devianti. I segni di questo interessamento sono evidenti anche nel diritto romano, senza soluzione di continuità dall’età più antica sino a tutta l’epoca giustinianea..." (Dall'introduzione)
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Edizione:2
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Anno edizione:2018
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