Goodbye Hotel - Michael Bible - copertina
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Goodbye Hotel
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Descrizione

Un culto misterioso, un’altra grande storia di amore e sofferenza dalla penna di Michael Bible.

«I secondi di cui era fatta la sua vita gli risultavano molto più lenti di quelli, per dire, di una mosca. A volte invidiava la breve esistenza delle mosche. Le osservava nei suoi momenti di riposo, guardandole con gusto quando gli si posavano sul naso. Adorava il modo in cui si fregavano le zampette, come se tramassero qualcosa. Ripensò alle effimere che aveva visto un’estate in Canada, nate e morte nel giro di un giorno. Quanto sarebbe stata più semplice la vita, se fosse stata così breve. Quanto sarebbe stato più dolce ogni secondo. Niente più preoccupazioni, niente più progetti.»

«In Goodbye Hotel Michael Bible affida un ruolo chiave, anti-antropocentrico, a una testuggine che con il suo passo lento attraversa le vite dei (fragili, complessi) protagonisti.» - Marco Balzano, La Lettura


C’è un posto, a New York, che chiamano Goodbye Hotel, perché è l’ultimo rifugio di chi, per ragioni diverse, si è allontanato dal mondo e nel mondo non vuole (o non può) più tornare. Lì, mentre una nevicata «ipnotica» cade sulla città, François siede davanti al fuoco, stappa una bottiglia di vino da quattro soldi e inizia a scrivere la sua storia. Vuole metterci a parte di un avvenimento capitato venticinque anni prima, ma soprattutto raccontarci quello che sarebbe potuto succedere e – forse – è successo davvero. Ha a disposizione solo «un pezzetto di verità», che certo non basta a colmare tutti i vuoti. La sua voce, carica di un’antica sofferenza, ci trasporta ancora una volta a Harmony, un’anonima cittadina del Sud degli Stati Uniti, dove ogni sera «si confonde con un milione di altre sere» e i giovani sono «destinati a perdersi» ma non smettono di desiderare «l’impossibile». Dove «non c’è differenza fra chi è amato e chi non lo è», perché «tutti si sentono soli, con addosso la maledizione di un vuoto americano che gli cresce dentro». Eppure, come sanno i lettori di L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, Harmony è anche un crocevia dove il destino dà appuntamento alle sue vittime ignare: in questo caso due ragazzi innamorati e un misterioso uomo con un completo di seersucker, che in una notte di fine estate si incontrano sotto lo sguardo benevolo e saggio di Lazarus, una tartaruga dai poteri chiaroveggenti, indimenticabile protagonista del romanzo. Perché nell’universo di Michael Bible il passato può facilmente diventare futuro e viceversa; come in un sogno di David Lynch, a una dimensione della realtà ne corrispondono infinite altre, parallele e comunicanti. Non ci resta quindi che abbandonarci al ruolo di testimoni involontari e accettare che la verità a volte risulti inaccessibile, protetta da un guscio di bugie e inganni simile a quello di una testuggine centenaria.

Dettagli

6 maggio 2025
156 p., Brossura
9788845939891

Valutazioni e recensioni

  • Irene
    Bible

    È stato un romanzo commovente. Che bella scrittura, Bible

  • Caribu
    Tra spiritualità e solitudine: il viaggio sospeso di Goodbye Hotel

    Bello, questo Goodbye Hotel. Avevo già incontrato Bilbe con L'ultima cosa bella sulla faccia della terra, un esordio che mi aveva colpito proprio per la sua semplicità disarmante e sincera. In quel romanzo c’era una voce limpida, diretta, capace di lasciare il segno con poco. In Goodbye Hotel, la scrittura si fa più ambiziosa, a tratti quasi pretenziosa. La prosa è più articolata, più consapevole, e questo ha i suoi pregi ma anche qualche limite. Il romanzo intreccia le vicende dei protagonisti con grande maestria, costruendo una trama corale in cui si rincorrono solitudine, desiderio di fuga, spiritualità e destino. C’è un’aria rarefatta, quasi mistica, che attraversa tutto il libro — una sensazione di smarrimento condiviso, che rende i personaggi fragili ma autentici. Bilbe è bravo nel tratteggiare anime in bilico, tra sogni interrotti e speranze che resistono. È un libro piacevole, che scorre con eleganza, e che in certi momenti sa davvero toccare corde profonde. Eppure, a lettura finita, resta la sensazione di qualcosa di incompiuto. Non per mancanza, forse, ma per eccesso: come se l’intenzione avesse superato l’emozione. Un buon romanzo, senza dubbio, ma non indimenticabile.

  • Francesco
    perfetto!

    Certe storie sembrano impastate appositamente per prenderti a sberle. I personaggi di Bible operano al di fuori delle dinamiche quotidiane a cui ci sottomettiamo. Fluiscono dal tempo e nello spazio si perdono, portandosi appresso un senso di malinconia grandiosa. Una storia impossibile, straziante e meravigliosa, di una brevità disarmante nella quale sembrano condensarsi milioni di secoli d' esistenza.

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Foto di Michael Bible

Michael Bible

Michael Bible è un autore e libraio statunitense. Nato in North Carolina, ha scritto per l'Oxford American, The Paris Review Daily, Al-Jazeera America, ESPN The Magazine, e il New York Tyrant Magazine. Tra i suoi titoli, pubblicati in Italia da Adelphi, L'ultima cosa bella sulla faccia della terra (2023), Goodbye Hotel (2025).

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