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Anno edizione: 2022
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«Qui, in certi momenti, ho l'impressione di essere una superficie liscia sulla quale si riflettono le persone, i cartelli sospesi sopra le teste.»
«Con stile minimale, Ernaux ha la capacità di astrarre dal mondo luminosi dettagli, coglie degli oggetti, dei comportamenti, e li strappa dal buio della nostra abituale noncuranza, dall’invisibilità; Ernaux racconta tutto ciò che sta costantemente sotto ai nostri occhi, ma che non siamo soliti vedere. È il potere dei grandi scrittori.» – Maremosso
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L’origine di questo libriccino (112 pagine) è un incarico che Annie Ernaux ha ricevuto nel 2017 dall’editore francese Seuil di un libro per la sua collana “Raccontare la vita”. In pratica, con un tema così vasto, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma la narratrice, recente premio Nobel per la letteratura, ha avuto un’idea originale e ha pensato che non ci può essere miglior specchio della realtà sociale parlando di ciò che si incontra e si vede in un grande polo d’attrazione quale può essere l’ipermercato. E’ così che Ernaux registra, come in un diario, le visite che effettua in un anno al suo Auchan, a questo tempio del consumismo in cui la gente affluisce nel corso di una giornata, gente di tutti i tipi. C’è chi deve fare i conti con il magro portafoglio, altri che sono attratti irresistibilmente da pseudo sconti e acquistano assai di più di quel che sarebbe necessario. Insomma, fra i richiami melliflui del capitalismo commerciale si aggira una varia umanità che l’occhio attento di Ernaux è riuscito a cogliere e che poi con la consueta abilità ha trasferito su carta. Le visite della scrittrice sono anche dovute alla necessità di acquistare i prodotti per l’indispensabile alimentazione, ma non manca mai l’ironia con cui riesce a cogliere le contraddizioni di questo grande mercato che affascina e disorienta, che invoglia a fare acquisti (penso che sia capitato a tutti che, entrati per acquistare due prodotti, se ne vedano altri in offerta, altri ancora a prezzo normale, ma che o per novità o per altro sono un richiamo irresistibile; il risultato è che si finisce con l’arrivare alle casse con il carrello pieno o quasi). Con questo libro Ernaux ci presenta i tanti difetti e i pochi pregi della nostra società, non facendo sconti nemmeno per se stessa, e lo fa con il solito garbo, con quella scrittura scorrevole, semplice, ma anche efficacissima, che la contraddistingue.
Sicuramente non è un titolo rappresentativo dell'opera della Ernaux, probabilmente è stato scritto per alleggerire il proprio continuo scavo psicoletterario, però mi sarei aspettato qualcosa in più. Femminismo di base e considerazioni sul colore della pelle infantili, nessuna ironia e un'occasione perduta per qualche annotazione poetica su di un ambiente sicuramente poco poetico. Non ci siamo trovati lungo la strada. Me ne farò una ragione. La signora Ernaux se la sarà già fatta.
Annie Ernaux dedica questo reportage agli ipermercati dopo essersi chiesta per quale motivo nessuno fino ad ora abbia pensato di scrivere un romanzo ambientato in questi luoghi , visto che sono diventati ritrovi sociali alla stregua delle piazze cittadine di remota memoria ( forse alla Ernaux è sfuggito che recentemente è uscito Horrostor e che potrebbe benissimo far parte di questo nuovo filone narrativo ). Ora , durante la lettura di questa sorta di diario, ho ricordato all'improvviso alcune scene di un vecchio romanzo di Asimov , " Abissi d'acciaio" , ed ho ricordato la stessa sensazione di soffocamento che trasmettevano quelle città chiuse sotto cupole , cibi sintetico ed una scena in particolare in cui uno dei personaggi dice di rocordare vagamente il sapore di una mela , una mela vera, reale , non un composto in scatola. avremmo ancora una scelta , non siamo a quel livello ,ma ci stiamo avviando verso quella meta , convinti di diveertirci o di far parte di una nuova comunità ; di fatto solo poveri consumatori cge scalpitano per un'offerta più o meno vantaggiosa e nel frattempo perdiamo occasioni di ritrovarsi con un amico , magari assaporando un frutto fresco.
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