Incuriosito dall'autrice, ho deciso di acquistare e leggere questo libricino per iniziare a conoscere un'autrice che, chiaramente affermata nel mondo letterario, non avevo mai incontrato nelle mie letture, e devo dire che sono stato piacevolmente sorpreso dallo stile narrativo e dalle semplici quanto efficaci immagini e descrizioni che riesce a trasmettere. Consigliatissimo.
Guarda le luci, amore mio
«Qui, in certi momenti, ho l'impressione di essere una superficie liscia sulla quale si riflettono le persone, i cartelli sospesi sopra le teste.»
«Con stile minimale, Ernaux ha la capacità di astrarre dal mondo luminosi dettagli, coglie degli oggetti, dei comportamenti, e li strappa dal buio della nostra abituale noncuranza, dall’invisibilità; Ernaux racconta tutto ciò che sta costantemente sotto ai nostri occhi, ma che non siamo soliti vedere. È il potere dei grandi scrittori.» – Maremosso
«Raccontare la vita»: è questo il nome della collana per la quale nel 2012 l’editore francese Seuil chiede un libro ad Annie Ernaux. Senza esitazioni, l’autrice sceglie di portare alla luce uno spazio ignorato dalla letteratura, eppure formidabile specchio della realtà sociale: l’ipermercato. Ne nasce dunque un diario, in cui Ernaux registra per un anno le proprie regolari visite al «suo» Auchan annotando le contraddizioni e le ritualità ma anche le insospettate tenerezze di quel tempio del consumo. Da questa «libera rassegna di osservazioni» condotta tra una corsia e l’altra - con in mano la lista della spesa -, a contatto con le scintillanti montagne di merci della grande distribuzione, prende vita “Guarda le luci, amore mio”, una riflessione narrativa capace di mostrarci da un’angolazione inedita uno dei teatri segreti del nostro vivere collettivo.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Davide 30 dicembre 2024Consigliato
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Renzo 06 febbraio 2023Uno specchio della realtà sociale
L’origine di questo libriccino (112 pagine) è un incarico che Annie Ernaux ha ricevuto nel 2017 dall’editore francese Seuil di un libro per la sua collana “Raccontare la vita”. In pratica, con un tema così vasto, c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma la narratrice, recente premio Nobel per la letteratura, ha avuto un’idea originale e ha pensato che non ci può essere miglior specchio della realtà sociale parlando di ciò che si incontra e si vede in un grande polo d’attrazione quale può essere l’ipermercato. E’ così che Ernaux registra, come in un diario, le visite che effettua in un anno al suo Auchan, a questo tempio del consumismo in cui la gente affluisce nel corso di una giornata, gente di tutti i tipi. C’è chi deve fare i conti con il magro portafoglio, altri che sono attratti irresistibilmente da pseudo sconti e acquistano assai di più di quel che sarebbe necessario. Insomma, fra i richiami melliflui del capitalismo commerciale si aggira una varia umanità che l’occhio attento di Ernaux è riuscito a cogliere e che poi con la consueta abilità ha trasferito su carta. Le visite della scrittrice sono anche dovute alla necessità di acquistare i prodotti per l’indispensabile alimentazione, ma non manca mai l’ironia con cui riesce a cogliere le contraddizioni di questo grande mercato che affascina e disorienta, che invoglia a fare acquisti (penso che sia capitato a tutti che, entrati per acquistare due prodotti, se ne vedano altri in offerta, altri ancora a prezzo normale, ma che o per novità o per altro sono un richiamo irresistibile; il risultato è che si finisce con l’arrivare alle casse con il carrello pieno o quasi). Con questo libro Ernaux ci presenta i tanti difetti e i pochi pregi della nostra società, non facendo sconti nemmeno per se stessa, e lo fa con il solito garbo, con quella scrittura scorrevole, semplice, ma anche efficacissima, che la contraddistingue.
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Fabio 22 ottobre 2022Non è la mia autrice, non sono il suo lettore
Sicuramente non è un titolo rappresentativo dell'opera della Ernaux, probabilmente è stato scritto per alleggerire il proprio continuo scavo psicoletterario, però mi sarei aspettato qualcosa in più. Femminismo di base e considerazioni sul colore della pelle infantili, nessuna ironia e un'occasione perduta per qualche annotazione poetica su di un ambiente sicuramente poco poetico. Non ci siamo trovati lungo la strada. Me ne farò una ragione. La signora Ernaux se la sarà già fatta.
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