Honey from a Winter Stone

Ambrose Akinmusire è nato il primo giorno di Maggio. 5/1/1982. Nella numerologia della musica, il 1 maggio è indicato come V-I, l'equazione universale per la risoluzione, il momento in cui un accordo teso si calma. Questo, secondo il compositore e trombettista, è fondamentale per la sua disciplina e il suo destino di artista: “Io sono tensione e liberazione”. "È quello a cui penso, micro e macro, in ogni momento", afferma Akinmusire. “Nella vita c’è qualcosa di veramente bello nel capire che quando c’è tensione, deve essere risolta. E d’altra parte, una volta che qualcosa è risolto, sai che la tensione arriverà”. Questo ciclo guida il secondo album di Akinmusire per Nonesuch e intitolato ‘Honeyfrom a winter stone’ (e nono full length della carriera), in arrivo il 31 Attraverso i cinque pezzi tentacolari, vividamente immaginati e composti, di Honey from a Winter Stone, Akinmusire affronta una frustrazione, ampiamente condivisa, riguardo alle conversazioni che negli Stati Uniti stiamo ancora avendo sulla razza. Honey utilizza elaborati espedienti musicali per esplorare la tensione come presenza costante nella vita dei neri: quando viene ignorata e quando viene riconosciuta, quando si manifesta come minaccia, quando viene interiorizzata come una minaccia di indifferenza che aggrava ogni altro problema. "Questo album parla delle paure e delle lotte che affronto personalmente, così come di quelle che molti uomini neri sopportano: colorismo, cancellazione e la questione di chi può parlare per la mia comunità e perché", spiega Akinmusire. “C’è anche la costante negoziazione di ciò che accade quando non mi conformo a determinate aspettative o quando scelgo di rifiutare quelle che mi vengono imposte”. Akinmusire ha riunito una squadra formidabile per realizzare la sua visione, che condivide l'ambiziosa portata del suo Origami Harvest del 2018 e la vulnerabilità melodica che ha reso il suo album precedente, Owl Song, così sorprendente. Oltre ai membri della sezione ritmica di lunga data di Akinmusire (il pianista Sam Harris, il batterista Justin Brown) ci sono il quartetto d'archi Mivos, il sintetista Chiquitamagic (i cui toni di basso synth senza spigoli sono un'arma segreta tra le tante) e l'improvvisatore vocale Kokayi. "Per molti aspetti l'intero lavoro è ispirato ed è un omaggio al lavoro del compositore Julius Eastman e al suo concetto di musica organica", afferma Akinmusire. Gli ci è voluto quasi un anno per comporre la musica, ma l'ha catturata rapidamente: prima di entrare in studio, l'ensemble ha fatto un'unica prova seguita da due esibizioni. “Certe cose sono successe in quelle esibizioni. E quando accadono cose che mi piacciono, reagisco sicuramente. Mi giravo e dicevo: "Sì, quello". Manteniamolo.'”