Morbelli riesce a descrivere il banale orrore della provincia e del quotidiano che i provinciali conoscono ma non sanno esprimere. Però non gli fa tutto schifo, e i lettori si ritrovano a tratti commossi da descrizioni affettuose, emozionanti perché inaspettate. Enigmatico, arrivi a metà e pensi che la vertigine di azioni e incontri continuerà fino alla fine, e invece la seconda parte diventa più lineare, viene fuori la trama e addirittura il colpo di scena finale. La mia frase preferita, di una lucidità accecante: "...si chiama Felicina, mi vien da ridere: lei é stata proprio Felicina nella vita, mai felice infatti"
Io ci vengo, però non mi affeziono a nessuno
La provincia è una bestia che ingoia anime indaffarate nell'aperitivo. Lo sa bene il protagonista, che si ritrova a fare un volo dall'Aurelia a bordo di una Fulvia 1300 del '76. Ma al posto della fine troverà un nuovo inizio, fatto di feste esagerate, auto d'epoca e cocker spaniel che pendono dal soffitto. Ogni sonno, però, ha un risveglio, una rinascita che lo farà crescere tutto d'un tratto e lo allontanerà dalla dolce vita dei professionisti dell'ozio.
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Anno edizione:2019
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