«Io non ho ucciso». Errori, ingiustizie, persecuzioni. Storie dall'ergastolo di Santo Stefano
Eugenio Perucatti, direttore del carcere di Santo Stefano dal 1952 al 1960, un giorno disse a suo figlio Antonio: «È meglio un assassino per strada che un innocente in carcere». Una frase che compare in esergo di questo libro in cui si raccontano le storie di sette uomini rinchiusi a Santo Stefano per una condanna ingiusta. Accanto a Rocco Pugliese, il giovane comunista accusato dell’assassinio mai commesso di un fascista, c’è Giovanni Andrea Addessi, al quale nessuno ha mai creduto anche se chi lo aveva fatto condannare all’ergastolo aveva confessato di avere mentito ai giudici. Accanto al partigiano Luigi Podda, che quando ci fu la strage per la quale venne condannato era da tutt’altra parte, ci sono i fratelli Sacco, perseguitati perché non si sono mai piegati ai soprusi mafiosi. Accanto a Raoul Ghiani, protagonista di uno dei gialli più clamorosi degli anni Cinquanta, c’è Carlo Corbisiero, scagionato dopo una lunga prigionia dalla tardiva testimonianza di chi aveva puntato il dito contro di lui. Infine, Salvatore Gallo: condannato per aver ucciso il fratello, giurava di essere innocente, ma nessuno gli ha creduto fino a quando il fratello Paolo non è stato ritrovato vivo.
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Anno edizione:2025
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