Lo jettatore - Sergio Benvenuto - copertina
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Lo jettatore
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Una vera storia archelogica della jettatura. Seguendo le orme di Michel Foucault, lo storico delle idee, Sergio Benvenuto affronta il tema spassoso e allo stesso tempo drammatico di questa superstizione. Dal popolo napoletano al musicista Bellini, da Mussolini ai ministri della seconda Repubblica, la credenza nella jettatura sembra trovare grande accordo. Persino intellettuali di fama mondiale, ai nostri tempi, ne sono dimostrati vittima. Ma chi è lo jettatore? Che origine ha? E ancora: perché la superstizione è così popolare ancora oggi, all'epoca del trionfo della scienza? Senza giudizi moralistici questo divertente e documentato libro è un viaggio nelle pieghe nascoste dell'animo umano.

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<p>Prima edizione. Collana "Minima / Volti", 26 - Brossura editoriale di 48 pagine. Etichetta di libreria sul prezzo al retro, peraltro copia come nuova di un saggio esaurito e di difficile reperibilità -- Una vera storia archelogica della jettatura. Seguendo le orme di Michel Foucault, lo storico delle idee, Sergio Benvenuto affronta il tema spassoso e allo stesso tempo drammatico di questa superstizione. Dal popolo napoletano al musicista Bellini, da Mussolini ai ministri della seconda Repubblica, la credenza nella jettatura sembra trovare grande accordo. Persino intellettuali di fama mondiale, ai nostri tempi, ne sono dimostrati vittima. Ma chi è lo jettatore? Che origine ha? E ancora: perché la superstizione è così popolare ancora oggi, all'epoca del trionfo della scienza? Senza giudizi moralistici questo divertente e documentato libro è un viaggio nelle pieghe nascoste dell'animo umano. "Mussolini temeva gli jettatori ben più degli antifascisti [...] Questa angoscia è trasversale alle fedi politiche. Palmiro Togliatti teneva sempre in tasca dei chiodi di ferro contro la malasorte."</p>.

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Lo jettatore

Dettagli

22 luglio 2011
48 p., Brossura
9788857507781

Valutazioni e recensioni

  • alida airaghi

    Sospeso tra ironia e scetticismo, tra sconforto e sarcasmo, l’autore ripercorre storia e diffusione della più drammatica tra le costruzioni della superstizione, forse quella più pericolosa e distruttiva per chi ne è vittima, la più screditante per chi ne è l’autore e diffusore. “Non è vero ma ci credo”, si dice, evidenziando quanto sia diffusa la propensione a cedere all’irrazionalità, a timori infondati, a suggestioni manipolatrici che si trasmettono capillarmente, come la convinzione che esistano persone (…e oggetti, numeri, colori, opere letterarie o musicali) che con il loro solo esistere portano male. Ci hanno fermamente creduto artisti, politici e intellettuali, che spesso hanno preso a bersaglio della loro superstizione colleghi di cui temevano la concorrenza o una superiore competenza professionale. Allo jettatore si attribuiscono tratti diabolici o mortiferi per il suo atteggiamento serioso e compito, o per il titolo di qualche sua produzione artistica: non va confuso con chi getta il malocchio, o manda maledizioni, o pratica la magia nera. Non patisce, infatti, il rancore astioso di chi desidera ciò che appartiene ad altri, né compie malvagità. Secondo Ernesto De Martino “la jettatura è dominata da personaggi prevalentemente maschili, e molto spesso da rappresentanti del ceto colto e da pubblici ufficiali, da professori, letterati, medici, avvocati e magistrati”. Realtà e immaginazione, bene e male si confondono nella persona dello jettatore, caricato della funzione di capro espiatorio su cui si concentra la pressione invidiosa della collettività, che lo configura come il reo da evitare per salvare se stessa da sentimenti negativi. “Superstizione e occultismo sono trasgressioni cognitive” che attraggono gli insofferenti nei confronti di chi ha potere, cultura, autorevolezza: esse contestano la razionalità, rafforzando credenze arcaiche, e sbeffeggiando ragione, scienza, tecnologia come presuntuosi prodotti e arroganti creazioni di infelicità e malasorte.

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Sergio Benvenuto

Sergio Benvenuto è uno psicoanalista e un filosofo, ricercatore in Psicologia Sociale al CNR a Roma e direttore dell’European Journal of Psychoanalysis. Tra i suoi titoli si ricordano Accidia. La passione dell'indifferenza. I 7 vizi capitali (Il Mulino, 2008), Lo jettatore (Mimesis, 2011), Sono uno spettro ma non lo so (Mimesis, 2013), Leggere Freud. Dall'isteria alla fine dell'analisi (Orthotes, 2017) e Godere senza limiti. Un italiano nel maggio '68 a Parigi (Mimesis, 2018).

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