K. Bucefalo e i cavalli del dottore
Nel corpo, la sorta di “hardware” che proietta l’apertura immateriale che noi chiamiamo “mente” non esistono parole. L’organismo è materiale fino alla sua più estrema subatomica essenza. L’animale che parla appartiene ad un ambiente, vive in un ecosistema, ma immette nella natura un gesto iperbolico: il tentativo impossibile di essere qualcosa e di saperlo, figurando nella contingenza lo spazio ed il tempo necessari per il generarsi dei vocaboli e di un registro astratto dell’esistere. Un elemento vitale mediante il quale l’astrazione origina per sé una nicchia nella materia cosmica è la narrazione. Una parola è già una storia. Le sillabe parlano alla mente dalla mente. Lo sguardo astratto traversa la materia e la distorce con l’immagine e il racconto.
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Anno edizione:2023
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