Il testo trae spunto dalle lezioni tenute dall’autore prima all’Università di Pavia, poi all’Università cattolica di Milano. Una nuova edizione è parsa opportuna per dare conto di alcuni sviluppi recenti maturati nel dibattito sulla giustizia amministrativa e in particolare sul processo amministrativo. Questi sviluppi sono riconducibili ad interventi legislativi, rappresentati in modo particolare nel nuovo codice dei contratti pubblici pubblicato nel 2023, e alla giurisprudenza amministrativa, che dopo il primo decennio dall’entrata in vigore del codice sembra orientarsi con maggiore sicurezza e autonomia anche rispetto agli orientamenti consolidati prima del codice. Nello stesso tempo rimangono ancora evidenti alcuni problemi di fondo che fino ad oggi resistono a qualsiasi tentativo di soluzione: si pensi alle incertezze sul sindacato giurisdizionale sulle valutazioni tecniche dell’amministrazione, o ad alcuni interventi della Corte di cassazione sul rapporto con la giurisdizione civile, o a certi orientamenti della Corte di giustizia, soprattutto nel contenzioso sui contratti pubblici, che talvolta coinvolgono anche alcuni principi della nostra giustizia amministrativa. Anche nella presente edizione si è continuato a dare rilievo alla giurisprudenza, nella logica però sempre di valorizzare gli argomenti e le ragioni, più che le soluzioni in quanto tali. Un volume che raccoglie lezioni dovrebbe contribuire a sostenere l’attenzione degli studenti per il ‘perché’ di un modello o di un istituto, superando una conoscenza meccanica del ‘come’. In questo quadro non possono sfuggire tensioni e, forse, derive più generali, che anche in ambito processuale traspaiono nelle pronunce degli organi cui è assegnato un ruolo più alto, di nomofilachia: ruolo che dovrebbe valere come mezzo di osservanza della legge e quindi, non va dimenticato, dovrebbe contribuire anche a realizzare il principio democratico, ma che talvolta viene interpretato come titolo di legittimazione per affermare soluzioni nuove rispetto all’assetto in cui si ambienta la legge stessa. Si tratta, in ogni caso, di profili che possono essere colti e valutati solo se si sia raggiunta una buona conoscenza dell’assetto della giustizia amministrativa e, in particolare, del codice del processo amministrativo. Il codice non è solo un punto di partenza, ma è innanzi tutto il testo fondamentale da approfondire e su cui ragionare. Anche in questa edizione, comunque, è stato conservato lo spazio per i riferimenti storici e per i principi costituzionali. I primi appaiono necessari per dar conto di un sistema di tutela giurisdizionale che ancora oggi – nonostante il compimento della codificazione – ha come giustificazione fondamentale la sua tradizione. I secondi costituiscono la traccia essenziale per cogliere e valutare i grandi temi della tutela del cittadino nei confronti dell’amministrazione. La giustizia amministrativa non è un’opzione che si possa sacrificare, magari in base a valutazioni di ordine macroeconomico, ma è uno strumento fondamentale per realizzare lo Stato di diritto e la dignità del cittadino. La nostra Costituzione lo afferma in termini inequivocabili. L’immagine costituzionale dell’amministrazione è definita anche dalla giustizia amministrativa.
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