(Tunisi 1920) scrittore e sociologo tunisino di lingua francese. Nato nel ghetto ebraico, emigrato in Francia nel 1956 e vissuto diviso fra tre culture, è autore di saggi incentrati sul razzismo, la non violenza, l’immigrazione, il rapporto tra mondo arabo, cultura ebraica, civiltà occidentale. Con Ritratto del colonizzato e del colonizzatore (Portrait du colonisé, 1957), seguito da Ritratto del decolonizzato (Portrait du décolonisé arabo-musulman et de quelques autres, 2004) ha tentato un bilancio della colonizzazione-decolonizzazione, indicando le battaglie ancora da combattere per realizzare la pari dignità. Notevoli anche gli studi sulla condizione ebraica: Ritratto di un ebreo (Portrait d’un juif, 1962), Liberazione di un ebreo (La libération du juif, 1966, nt), Ebrei e Arabi (Juifs et arabes, 1974, nt), L’ebreo e l’altro (Le juif et l’autre, 1995, nt). È autore anche di romanzi che sottolineano il senso di sradicamento e costante estraneità culturale inscindibili dalla sua storia personale: il più noto, La statua di sale (La statue de sel, 1953), considerato un «classico» del Novecento, racconta la storia di un bambino ebreo di madre berbera, che cresce nella realtà a lui ostile di Tunisi. Tra gli altri titoli, spesso largamente autobiografici: Agar (1955, nt), Lo scorpione (Le scorpion, 1969, nt), Il deserto (Le désert, 1977, nt) e Il faraone (Le pharaon, 1988). È inoltre il maggior studioso e teorico della letteratura maghrebina, alla quale ha dedicato Antologia della letteratura maghrebina di lingua francese (Anthologie des écrivains maghrébins d’expression française, in due volumi, 1964 e 1969).