Johann Wolfgang Goethe nasce in un’agiata famiglia borghese di un consigliere imperiale. Sin da piccolo impara molte lingue. Da ragazzo lascia Francoforte per studiare legge a Lipsia. Qui si interessa di medicina, di arti figurative disegno, e comincia a scrivere i primi versi. Nel 1770 si reca a Strasburgo per finire gli studi e si innamora di Friederike Brion, figlia del pastore protestante di Sesenheim. La gioia e le tensioni di quell’amore, gli ispirarono alcune delle più belle liriche di questo periodo. Nel 1786 lascia la Germania per un viaggio in Italia, un evento centrale nella vita di Goethe e che costituì fonte di ispirazione per la composizione di molte opere. In seguito, nel 1788, ritorna in Germania ma qui si apre un periodo di crisi nei rapporti con la corte e la società.
Negli anni della parabola napoleonica Goethe moltiplica i contatti con le maggiori personalità culturali del tempo, sentendosi però sempre più estraneo all’attività letteraria delle nuove generazioni romantiche. Mentre la sua fama europea cresce ogni anno, il poeta si sente sempre più isolato in patria e sempre più si interessa alla cultura inglese, francese e italiana.
La vastità, la complessità e la genialità dell’opera di Goethe spiegano perché la cultura borghese del suo tempo lo abbia consacrato semidio onniscente, ma non sono mancate avversioni e contestazioni.
Maestro del romanticismo europeo, il suo classicismo posteriore non è stato compreso né dagli ambienti religiosi tradizionali né da quelli romantici e neocattolici del primo ventennio del secolo.
Avverso alla rivoluzione francese ma ammiratore di Napoleone, Goethe, con la sua smentita fede nella razionalità illuministica ma con la sua scarsa simpatia per lo spirito democratico, è stato più ammirato che amato.
Tra le sue opere principali, che spaziano dal romanzo, al poema, alla poesia, alla tragedia, alla favola, ricordiamo Le affinità elettive, Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, Elegie romane, I dolori del giovane Werther, Faust.