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Abbondanza e inutilità dei programmi economici in Italia - Paolo Savona - copertina
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Abbondanza e inutilità dei programmi economici in Italia
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Abbondanza e inutilità dei programmi economici in Italia - Paolo Savona - copertina

Descrizione


In questo nuovo lavoro l'Autore ripercorre parte della storia dei programmi economici che si sono susseguiti in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nati sulla scia dell'inversione di impostazione politica impressa all'intervento dello Stato nell'economia sia nel blocco occidentale, nelle forme liberiste e decentralizzate, sia in quello sovietico, nelle forme totalitarie e centralizzate. Egli ripercorre la storia dello scivolamento nell'inutilità dell'abbondanza di questi programmi, soffermandosi sulle personali esperienze. L'Italia aveva ereditato dal ventennio fascista un grosso nucleo di grandi imprese pubbliche e, nonostante avesse fatto la scelta di campo occidentale, non riuscì mai a conciliare l'intervento pubblico con le regole del mercato aperto. La nostra cultura sociale non ha mai gradito la libera competizione e ha coltivato invece l'assistenza pubblica; di conseguenza il settore esposto alla concorrenza è sempre rimasto di dimensione inferiore al settore non esposto, creando una condizione che si è riflessa in una produttività media più bassa del resto del mondo più avanzato. Il vincolo esterno è stato il correttivo scelto dai gruppi dirigenti del Paese per calmierarne gli effetti, senza però risolvere le cause. Il 1992, anno di firma del Trattato di Maastricht e dell'avvio dell'inchiesta della Magistratura nota come «Mani pulite», marca il punto di svolta del regime economico e politico del Paese che, incontrandosi con diversi shock geopolitici (globalizzazione, cessione della sovranità monetaria all'eurosistema e crisi finanziaria internazionale), ha invertito crescita reale e benessere sociale. Conclude definendo gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che il Paese intende perseguire, chiedendo all'Unione Europea di collaborare per riacquisire il consenso perduto e proponendo di avviare una riforma del bilancio pubblico che stabilisca i limiti delle garanzie sociali offerte e liberi risorse per creare opportunità di reddito e di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Avverte però che, senza la creazione di una Scuola europea di ogni ordine e grado non si riavvierà l'indispensabile processo di unificazione politica per riportare l'Europa al rango geopolitico che a essa spetta.
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Dettagli

2020
6 febbraio 2020
Libro universitario
160 p., Brossura
9788849860825

Conosci l'autore

Paolo Savona

1936, Cagliari

Paolo Savona (Cagliari 1936) è professore emerito di Politica economica. Per oltre mezzo secolo ha fatto esperienza di vertice in istituzioni pubbliche e private. Ha puntualmente reso conto delle sue esperienze e dei suoi studi in numerosi scritti. Si è dedicato in particolare all’educazione dei giovani e a orientare la pubblica opinione a usare bene la forza della democrazia. Critico del funzionamento dello Stato, ma non contrario, ha sempre considerato il mercato competitivo un lato indispensabile del triangolo istituzionale che regge il sistema delle libertà. Tra le sue ultime pubblicazioni, edite da Rubbettino, ricordiamo: Il banchiere del mondo. Eugene Robert Black e l'ascesa della cultura dello sviluppo in Italia (2014), J'accuse. Il dramma italiano di...

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