Live in Basel

Quattro anni dopo “Mali Music Has No Borders”, registrato in studio, ed a sette da “Mediterranean Blues”, tratto invece da un concerto, Baba Sissoko pubblica il terzo album del suo Mediterranean Blues, divenuto dopo il disco del debutto anche il nome della band che lo accompagna. Il mar Mediterraneo, un tempo punto d’incontro fra popoli, tradizioni e culture diverse, ma diventato oggi luogo di morte e conflitti, assume qui un significato altamente simbolico. Dopo aver esplorato una più intima dimensione acustica nel suo ultimo lavoro, “Paris Bamako Jazz”, affiancato dal tastierista francese Jean–Philippe Rykiel, l’attivissimo griot maliano, o meglio “afro-calabrese”, come ormai ama definirsi, continua nel suo riuscito tentativo di mescolare l’amadran, che appartiene alla tradizione del suo paese d’origine, considerato da molti l’antenato del blues, con la musica popolare afroamericana, spingendosi sino ai confini del rock–blues. Questo nuovo album, come suggerisce il titolo, proviene alla stregua del primo da una registrazione “live”. Gran parte della formazione, se si esclude la sezione ritmica, è rimasta invariata rispetto alle precedenti incisioni. Insieme al leader ritroviamo il clarinetto di Alessandro De Marino, l'armonica di Domenico Canale e la chitarra elettrica di Angelo Napoli, protagonisti di molti degli assoli presenti in “Live in Basel”. Quanto Mediterranean Blues sia in grado di stabilire una contagiosa empatia con il pubblico lo dimostra nel migliore dei modi questo concerto tenuto al Floss Festival di Basilea nel luglio 2023. Qui si ascoltano titoli già noti, come quello che ha dato il nome al gruppo, ma soprattutto Ebi e Bibisa, due vecchi cavalli di battaglia da sempre presenti nel suo repertorio, insieme a qualche nuovo brano. È un’esibizione, quella di Sissoko, capace di portare al livello più alto il coinvolgimento degli spettatori, che riesce a far cantare con lui in una sorta di salutare e benefica preghiera d’amore collettiva.