Ho conosciuto Coltri con questo libro. E' un autore con tanta fantasia, questa sua opera racchiude miti e leggende del Tirolo. Bello è dire poco! Non vedo l'ora di leggere altre sue opere fantastiche.
C'è una piccola isola tra la Toscana e la Corsica, simile a una lancia di granito, che fora il Mediterraneo e punta minacciosa il cielo. Su quell'isola si sogna. Un uomo che ha perso l'amore e desidera solo lasciarsi morire. Un gruppo di persone che fanno della sopravvivenza il loro credo. Un clandestino cresciuto nelle fogne di Bucarest. Uno scienziato visionario e uno strano esperimento. Un delitto orribile, tra le rovine degli antichi Druidi. E la Fine del Mondo. Il libro di Morgan Perdinka, scritto nel 2003 - quattro anni prima del misterioso suicidio dell'autore -, pubblicato riscoperto e presentato dal maestro Danilo Arona.
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Anno edizione:2011
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LUCA MAZZOCCHI PALMIERI 29 novembre 2010
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È l'Italia in cui viviamo quella narrata in questo romanzo. È l'Italia che prima non conoscevamo. Quella lontana nel tempo, nei giorni bui del Regno d'Italia. Quella delle superstizioni e delle magie. È l'Italia delle montagne, degli inverni bianchi e delle località isolate. L'Italia di strane leggende ora dimenticate, che Coltri riporta in vita. Un horror tutto italiano, insomma. Che ha le sue radici nella nostra storia e nel nostro immaginario. Nei miti e nelle credenze popolari, che ora rivivono, che corrono, anzi, in questo bellissimo romanzo. Un linguaggio che sembra provenire dal passato, ma costruito guardando al presente. Coltri sa impersonare perfettamente l'ambiente che sta narrando. Sa costruire i suoi personaggi, sa plasmare le loro paure. Perché è la paura il tema di questa storia. La paura per qualcosa che non si conosce, che si bisbiglia. Qualcosa che è sempre in agguato dietro di noi, laggiù, fra i tronchi silenti degli alberi. Qualcosa che corre nella notte, che non lascia tregua. E quel qualcosa è la leggenda che riprende vita, improvvisa, fra la gente dei villaggi, spezzando vite e speranze. È la corsa, umida, sanguinosa, decisa, mortale. È la battaglia di chi non si arrende a quel terribile destino. La fragilità dell'uomo che lotta contro simboli e maledizioni. Contro il male sconosciuto venuto dal passato.
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