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Manuale di diritto penale. Parte generale - Stefano Canestrari,Luigi Cornacchia,Giulio De Simone - copertina
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Descrizione


Il manuale ha come modello di riferimento i principi costituzionali, che vengono a formare un patrimonio e una grammatica condivisi alla luce dei quali orientare in modo critico l'analisi delle questioni penalistiche fondamentali. Costante è il richiamo al tema della laicità del diritto penale. In questa seconda edizione gli argomenti di parte generale sono stati aggiornati a livello legislativo, giurisprudenziale, dottrinale, sempre in un inquadramento culturale ampio che tiene conto del dibattito scientifico internazionale.
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Dettagli

2
2017
13 luglio 2017
Libro tecnico professionale
1032 p., Brossura
9788815267993
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Indice

Premessa
IL DIRITTO PENALE
I. Diritto penale: nozione e funzioni
1. Definizione
2. Definizione sostanziale: i compiti del diritto penale
3. Funzione dello «ius puniendi»
4. Il problema della legittimazione del diritto penale
5. Definizione formale: sanzione e norma penale nella legislazione italiana
6. Le conseguenze giuridiche del reato: pene e misure di sicurezza
7. La distinzione tra il diritto penale e gli altri rami dell'ordinamento giuridico
8. Diritto penale e Costituzione
9. Il codice penale
10. Parte generale e parte speciale del diritto penale
11. Diritto penale e scienza penale
II. Pena: caratteristiche e finalità
1. Premessa
2. I caratteri essenziali della pena: afflittività e significatività simbolico-espressiva
3. Il dibattito sui fini della pena
4. La teoria retributiva
5. Le c.d. «correnti neoretribuzionistiche»
6. La prevenzione generale
7. (segue) La prevenzione generale negativa
8. (segue) La prevenzione generale positiva
9. La prevenzione speciale
10. Le teorie sincretistiche o eclettiche
11. La pena nella sua dimensione costituzionale: il principio di umanità
12. Il finalismo rieducativo quale connotato essenziale della pena costituzionalmente orientata
13. Il principio di proporzione
14. Le finalità della pena viste in rapporto alle diverse fasi della sua dinamica

III. Legge penale: ambito di validità spaziale e personale
I. AMBITO DI VALIDITÀ SPAZIALE
1. Premessa
2. Il principio di territorialità
3. «Locus commissi delicti»
4. Reati commessi all'estero
5. Il delitto politico commesso all'estero
6. (segue) Il delitto politico in senso oggettivo
7. (segue) Il delitto politico in senso soggettivo
8. Il reato politico nella Costituzione
II. AMBITO DI VALIDITÀ PERSONALE
9. Il principio di obbligatorietà della legge penale
10. Le immunità penali
11. Natura giuridica delle immunità
12. Le immunità penali previste dal diritto pubblico interno
13. Le immunità penali previste dal diritto internazionale
14. Irrilevanza delle immunità davanti alla Corte penale internazionale
I PRINCIPI
IV. Il diritto penale orientato secondo la Costituzione
1. Il volto costituzionalmente orientato dell'illecito penale
2. Principi fondamentali e principi criteriologici (regole)
3. Principi fondamentali assiomatici (o dimostrativi) e argomentativi (o di indirizzo politico)
4. I principi della Costituzione. Principi fondanti e principi delimitativi. Principi e regole costituzionali. Principi e caratteri del diritto penale
V. Legalità
I. PRINCIPIO DI LEGALITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE»
1. Premesse storiche e fondamento garantistico del principio di legalità: significato ideologico e tecnico-giuridico
2. Le fonti della legalità e le sue diverse «dimensioni»: introduzione ai principi di riserva di legge, tassatività e irretroattività. Legalità del fatto e della pena
II. PRINCIPIO DI RISERVA DI LEGGE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA»
3. La riserva di legge come principio fondamentale dell'attuale assetto democratico disegnato dalla Costituzione
4. Il concetto di «legge» nell'art. 25, comma 2, Cost.: leggi costituzionali, leggi ordinarie, decreti legislativi, decreti legge, decreti governativi adottabili in tempo di guerra
5. I rapporti fra la legge e le fonti ad essa subordinate: riserva di legge assoluta o relativa. Il problema della c.d. «norma penale in bianco»
6. Il ruolo della consuetudine
III. RISERVA DI LEGGE E DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA
7. Riserva di legge e fonti del diritto comunitario penale
8. La competenza penale dell'Unione europea
9. La definizione di «norma penale minima»
10. Le soluzioni al conflitto tra diritto europeo e sistema penale nazionale
11. La questione della democraticità della norma penale europea
12. La Corte di Strasburgo e la «matière pénale»
IV. PRINCIPIO DI TASSATIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE SCRIPTA ET STRICTA»
13. Il principio di tassatività: a) sufficiente determinatezza della fattispecie penale come principio costituzionale
14. (segue) Tipicità come precipitato tecnico del principio costituzionale di tassatività
15. (segue) Redazione descrittiva e redazione sintetica delle norme: in particolare, il problema delle c.d. «clausole generali di incriminazione suppletiva»
16. (segue) Tassatività-determinatezza come principio costituzionale giustiziabile
17. Il principio di tassatività: b) divieto di «analogia in malam partem»
18. (segue) Il problema della c.d «analogia in bonam partem»
19. Il nesso logico tra principio di tassatività e carattere sussidiario («extrema ratio») e frammentario dell'intervento penale
V. PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE PENALE («NULLUM CRIMEN, NULLA POENA SINE LEGE PRAEVIA») E SUCCESSIONE DI LEGGI IN DIRITTO PENALE
20.Il divieto di retroattività della legge penale: da regola della successone di leggi penali (art. 2, comma 1, c.p.) a principio costituzionale (art, 25, comma 2, Cost.)
21. I principi di retroattività e di ultrattività della legge penale più favorevole
22. La c.d. «abolitio criminis» (art. 2, comma 2, c.p.): assoluzione piena e superamento del giudicato di condanna
23. (segue) Il fenomeno della c.d. «depenalizzazione»: «abolitio criminis» e degradazione del reato a illecito amministrativo
24. La successione di leggi penali in senso stretto (art. 2, comma 4, c.p.): il problema dei mobili confini rispetto all'«abolitio criminis»
25. (segue) I criteri di delimitazione tra «abolitio criminis» e successione di leggi in senso stretto
26. (segue) Gli effetti della successione di leggi penali in senso stretto: pluralità di modifiche legislative; il limite del giudicato; l'iperretroattività di legge modificativa del comma 3
27. (segue) Il concetto di «legge più favorevole al reo» ex art. 2, comma 4, c.p.
28. (segue) Divieto di retroattività della legge penale di faovre rispetto a leggi eccezionali e temporanee (art. 2, comma 5, c.p.)
29. (segue) L'ipotesi del decreto legge non convertito o convertito con emendamenti (comma 6)
30. (segue) Successione di leggi e dichiarazione di incostituzionalità di una norma penale
31. La retroattività della «lex mitior» nella giurisprudenza costituzionale: l'intevento della Consulta «in malam partem» su norme di favore
32. (segue) La retroattività «in mitius» e il mutamento giurisprudenziale
33. (segue) Il problema della modifica delle norme extrapenali richiamate da norma penale in bianco
34. (segue) Il problema della successione di norme processuali penali
35. Il «tempus commissi delicti»
36. Il principio costituzionale di legalità come principio cornice. Il divieto di retroattività come «regola di rango costituzionale»
VI. Personalità
1. La duplice dimensione semantica del principio di personalità sancito dall'art. 27 Cost.; nesso con la funzione della pena; pincipio di proporzione
I. PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ PER FATTO PROPRIO («NULLUM CRIMEN SINE PECULIARI OFFICIO»)
2. Il principio di responsabilità individuale: (in negativo) divieto di responsabilità penale per fatto altrui, di responsabilità collettiva, di responsabilità di posizione, di responsabilità per il caso; (in positivo) responsabilità per fatto proprio come problema di imputazione del fatto al soggetto
3. La relazione tra fatto e soggetto: criteri di attribuibilità
4. L'art. 27, comma 1, Cost. come fondamento della responsabilità penale
5. Il principio di personalità come problema di individuazione dei soggetti responsabili: il pregiudizio derivante dall'imperativismo
6. La concezione normocostituzionale discendente dal principio di personalità
7. La competenza come cardine dell'imputazione secondo il principio di responsabilità per fatto proprio
8. Competenze generali e competenze istituzionali
9. «Nullum crimen sine peculiari officio»
10. Il ruolo ancillare della causalità
11. Il principio di responsabilità individuale nel diritto vigente
12. Responsabilità personale nella prospettiva costituzionalmente orientata
II. PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA («NULLUM CRIMEN SINE CULPA»)
13. Il significato «evolutivo» dell'art. 27, comma 1, Cost.: responsabilità personale come responsabilità colpevole (rinvio)
VII. Offensività
1. Il generico concetto di «offesa»
I. PRINCIPIO DI MATERIALITÀ («COGITATIONIS POENAM NEMO PATITUR»)
2. Il principio di materialità o esteriorità: intangibilità della sfera privata, obbligo di prova per l'accusa e «nemo tenetur se detegere»
II. PRINCIPIO DI OFFESA («NEMINEM LAEDERE»)
3. Il principio di offesa ad altri: il problema del paternalismo
III. PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ O NECESSARIA LESIVITÀ («NULLUM CRIMEN, NULLA PONEA SINE INIURIA»)
4. Il principio di offensività o necessaria lesività
5. Il bene giuridico
6. La concezione «materiale» o «realistica» del reato
7. La fondazione costituzionale del principio di offensività
8. Assunzione della Costituzione come fondamento e non mero limite dell'intervento penale: la concezione di Bricola. a) I beni meritevoli di tutela
9. (segue) b) Le tecniche di tutela costituzionalmente legittime
10. Offensività come categoria e come principio. La funzione del principio di necessaria lesività in un diritto penale costituzionalmente orientato
11. Deviazioni dal canone della necessaria lesività
12. Il principio di offensività. a) Come canone interpretativo nella prassi della Corte costituzionale
13. (segue) b) Nella giurisprudenza europea: obblighi sovranazionali di tutela penale
14. Tutela di beni giuridici e tutela di norme. Diritto penale del cittadino e diritto penale del nemico
VIII. Laicità
1. Definizione
2. Laicità e «status» di cittadino
3. Laicità come carattere desumibile dai principi della Carta fondamnetale della Repubblica. a) I principi fondamentali dell'intero ordinamento
4. (segue) b) I principi costituzionali della responsabilità penale
5. Ambiti di incidenza della laicità
6. Laicità e tutela del sentimento religioso o morale
7. Laicità e tutela della libertà religiosa
8. Laicità e ambiti giuridici a caratterizzazione etica
9. Laicità e struttura del rimprovero penale
10. Il senso della laicità alla luce dei principi costituzionali. a) Tutela del pluralismo
11. (segue) b) Concezione antipaternalistica della responsabilità
12. Laicità e garanzia del cittadino dal potere tecnocratico
13. Laicità come carattere (e non come principio) del diritto penale
IL REATO
PARTE PRIMA: INTRODUZIONE
IX. Nozioni generali
1. La definizione formale e sostanziale di «reato»
2. Il reato e le altre tipologie di illecito
3. (segue) L'illecito civile
4. (segue) L'illecito amministrativo
5. La distinzione tra «delitti» e «contravvenzioni»
6. La classificazione dei tipi di reato
7. L'anticipazione della tutela: reati di danno e reati di pericolo
8. (segue) La classica distinzione nell'ambito degli illeciti di pericolo: «reati di pericolo concreto» e «reati di pericolo astratto»
9. (segue) Il pericolo concreto come elemento della fattispecie penale
10. (segue) Le tipologie di reato di pericolo astratto
X. Analisi e sistematica del reato
1. Metodo deduttivo, topico e sintetico nell'analisi del reato
2. Paradigmi nella sistematica del reato: le concezioni tedesche del XX secolo
3. La tradizione italiana: concezione bipartita, tripartita, quadripartita
4. Oggettivo e soggettivo in diritto penale: il dibattito sul c.d. «oggettivismo»
5. Fatto tipico doloso e colposo
XI. Attori del conflitto: autore e vittima del reato
1. L'umanesimo e il personalismo come tratti salienti e irrinunciabili del diritto penale
2. L'individuo come autore idealtipico del fatto illecito
3. Reati comuni e reati propri
4. Il soggetto passivo del reato
PARTE SECONDA: TIPICITÀ
XII. Dimensione oggettiva della tipicità
1. Gli elementi della tipicità
2. La condotta cosciente e volontaria
3. L'evento
4. I presupposti del reato
5. L'oggetto materiale del reato
XIII. Causalità
I. IL CONCETTO DI «CAUSALITÀ»
1. Il concetto di «causa»
2. Causalità nei reati di evento
3. Causalità come criterio di descrizione del fatto (contributo alla tipicità) e di ascrizione dell'evento (fondamento dell'imputazione)
4. Il concetto penalmente rilevante di «causalità»
5. Teoria dell'equivalenza
6. Teoria della «condicio sine qua non»
II. SUSSUNZIONE SOTTO LEGGI SCIENTIFICHE
7. La teoria della sussunzione sotto leggi scientifiche. a) Modelli nomologici e descrizione dell'evento
8. (segue) b) La sussunzione sotto generalizzazioni ricavabili da leggi scientifiche
9. (segue) c) Il problema delle assunzioni tacite e il ragionamento «ceteris paribus»
10. (segue) d) Probabilità statistica del paradigma nomologico versus probabilità logica della spiegazione causale: il limite garantistico del «ragionevole dubbio»
11. Indagini epidemiologiche e causalità scientifica
12. La causalità come garanzia di rispetto del principio di responsabilità per fatto proprio ex art.27, comma 1, Cost.?
III. CONCORSO DI CAUSE
13. Il concorso di cause previsto dall'art. 41
14. Le cause sopravvenute da sole sufficienti a determinare l'evento
15. Efficacia esclusiva delle sole cause sopravvenute
16. Cause da sole sufficienti a determinare l'evento. a) Serie causali assolutamente autonome
17. (segue) b) Cause eccezionali
18. (segue) c) Concause occasionali: l'art. 41, comma 2, interpretato come ricettacolo di criteri di ulteriore delimitazione normativa dell'imputazione dell'evento
19. (segue) d) Dalla «eccezionalità» alla «eccezione a una regolarità predefinita» come conferma del paradigma nomologico-scientifico
20. L'inadeguatezza del modello disegnato dall'art. 41, comma 2, c.p.
21. Il problema delle deviazioni essenziali prodotte dall'intervento di più cause
IV. IMPUTAZIONE OGGETTIVA
22. Il contributo della teoria dell'imputazione oggettiva dell'evento
23. Prospettiva «ex ante»: creazione di rischio illecito; competenza rispetto al rischio
24. Prospettiva «ex post»: realizzazione nell'evento dello specifico riscio disapprovato presente nella condotta non consentita. Il concetto normativo di «causa sopravvenuta»
25. «Imputatio» versus «causa ed excludendum»
26. Caso fortuito e forza maggiore
V. CAUSALITÀ ADDIZIONALE, CAUSALITÀ CUMULATIVA, EFFETTI SINGERGICI
27. Il concetto normativo di «causa» del reato
28. Interposizione mediatrice versus interposizione interruttiva
29. Il concorso di cause indipendenti come fenomeno di sviamento del decorso eziologico. a) Interposizione mediatrice
30. (segue) b) Causalità addizonale
31. (segue) c) Causalità cumulativa o da interazione necessaria
32. (segue) d) Effetti sinergici
33. Imputazione e tipicità: riflessi sulle formule processuali assolutorie
XIV. Reato omissivo
1. Omissione e reati omissivi
2. Reati omissivi propri e reati omissivi impropri
3. Gli elementi costitutivi della fattispecie omissiva
4. Causalità e omissione
5. L'obbligo giuridico di impedire l'evento: teoria formale e approccio sostanzialistico. Le posizioni di garanzia
6. (segue) Le posizioni di protezione
7. (segue) Le posizioni di controllo
8. La responsabilità per omesso impedimento dell'evento all'interno delle organizzazioni complesse: posizioni di garanzia e delega di funzioni
9. (segue) La delega di funzioni nel diritto penale del lavoro
XV. Dolo
I. DEFINIZIONE DI «DOLO»
1. Cenni storici
2. La regola dell'imputazione dolosa per i delitti
3. La definizione legislativa di «dolo»
II. STRUTTURA DEL DOLO
4. La struttura del dolo
5. (segue) a) L'elemento rappresentativo
6. (segue) b) L'elemento volitivo
7. (segue) c) L'oggetto del dolo
III. FORME PRINCIPALI DEL DOLO IN RELAZIONE ALL'ELEMENTO VOLITIVO E A QUELLO RAPPRESENTATIVO
8. La classificazione tripartita
9. (segue) a) Dolo intenzionale
10. (segue) b) Dolo diretto
11. (segue) c) Dolo eventuale
12. L'abbandono delle impostazioni tradizionali in relazione al concetto di «dolo eventuale». a) Le teorie cognitive o della rappresentazione
13. (segue) b) Le teorie volitive
14. (segue) c) La versione «moderna» della teoria del consenso e il c.d. «criterio dell'accettazione del rischio» richiamato dalla giurisprudenza
15. Il versante oggettivo del dolo eventuale: il rischio (non consentito) doloso
16. Il versante soggettivo del dolo eventuale: l'elemento rappresentativo e quello volitivo
17. La definizione corretta di «dolo eventuale» e la soluzione di alcuni casi problematici
IV. ALTRE FORME DEL DOLO
18. Dolo alternativo e dolo indeterminato
19. Dolo generico e dolo specifico
20. Dolo di danno e dolo di pericolo
21. Dolo iniziale, concomitante e successivo
22. Dolo generale
23. Dolo d'impeto, di proposito, e premeditazione
V. INTENSITÀ E ACCERTAMENTO DEL DOLO
24. L'intensità del dolo
25. L'accertamento del dolo
VI. IPOTESI PARTICOLARI
26. Dolo del delitto tentato
27. Dolo del soggetto non imputabile
XVI. Colpa
1. La colpa come criterio «eccezionale» di responsabilità penale nei delitti
2. La definizione legale di «delitto colposo» e la doppia collocazione sistemica della colpa
3. La colpa come elemento psicologico del reato: a) l'assenza di volontà del fatto; b) il ruolo dell'elemento intellettivo nella colpa
4. La crisi del concetto unitario di «colpa»
5. La coscienza e volontà della condotta nei reati colposi
6. La condotta colposa e la violazione del dovere oggettivo di diligenza
7. La colpa generica. Genesi e individuazione delle regole cautelari
8. La colpa specifica
9. Il contenuto delle regole cautelari e il superamento del rischio
10. Il principio di affidamento
11. La causazione colposa dell'evento
12. Questioni processuali. Le modalità di contestazione della colpa
13. La c.d. «misura oggettiva»
14. Il grado della colpa
15. Linee guida e colpa grave. La nuova colpa professionale del medico dopo la «legge Balduzzi» e la «legge Gelli-Bianco»
XVII. Errore sul fatto
1. Errore, ignoranza e dubbio; errore-motivo ed errore-inabilità
2. L'errore sul fatto quale riflesso negativo del dolo: la disciplina prevista nell'art. 47, comma 1, c.p.
3. Errore sul fatto ed errore sul precetto versus errore di fatto ed errore di diritto
4. L'errore sul fatto determinato da colpa
5. L'errore tra due condotte consecutive dello stesso autore (ovvero: l'ipotesi del dolo «colpito a mezza via» dall'errore)
6. L'errore su norma extrapenale che cagiona un errore sul fatto
7. L'errore sugli elementi specializzanti della fattispecie
8. L'errore determinato dall'altrui inganno
XVIII. Preterintenzione
1. La preterintenzione come forma generale e autonoma di responsabilità
I. STRUTTURA DELLA RESPONSABILITÀ PRETERINTENZIONALE
2. L'imputazione dell'evento più grave «necessariamente» non voluto
3. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a responsabilità oggettiva
4. La variante della «responsabilità da rischio (vietato)»: il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo misto a prevedibilità ed evitabilità dell'evento più grave
5. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa specifica (per inosservanza di leggi penali)
6. Il delitto preterintenzionale come ipotesi di dolo «misto» a colpa generica
7. L'intepretazione più corretta
8. Applicazioni giurisprudenziali dell'omicidio preterintenzionale
II. REATI AGGRAVATI DALL'EVENTO
9. Le diverse tipologie di reati aggravati dall'evento
10. La natura preterintenzionale dei delitti dolosi aggravati da un evento («necessariamente») non voluto
XIX. Responsabilità oggettiva
I. NOZIONE E INQUADRAMENTO NEL CODICE DEL 1930
1. L'art. 42, comma 3, c.p.
2. I casi di responsabilità oggettiva nel codice penale
3. Le ipotesi di responsabilità oggettiva come deviazione dal principio di colpevolezza
II. RESPONSABILITÀ OGGETTIVA E PRINCIPIO DI COLPEVOLEZZA
4. Il contrasto della responsabilità oggettiva con il principio costituzionale di colpevolezza
5. La rilevante evoluzione della giurisprudenza costituzionale: responsabilità oggettiva e colpevolezza nelle sentenze della Corte costituzionale
III. REATO ABERRANTE E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
6. L'«abberatio delicti» monolesiva e plurilesiva
7. L'«aberratio ictus» plurilesiva come ipotesi indubbia di responsabilità oggettiva
8. L'«aberratio ictus» monolesiva come ipotesi di responsabilità oggettiva in senso ampio
IV. CONCORSO DI PERSONE NEL REATO E IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
9. La commissione del reato più grave e il comma 2 dell'art. 116 c.p.
10. Il concorso di persone nel reato proprio
V. CONDIZIONI OBIETTIVE DI PUNIBILITÀ
11. Le tipologie di condizioni obiettive di punibilità e il fenomeno della responsabilità oggettiva
VI. IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA «IN SENSO AMPIO». LA C.D. «RESPONSABILITÀ OGGETT

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