Mariano d’Amelio. Mezzo secolo di cultura giuridica tra diritto e politica (1891-1943)
Qual è il senso di un libro dedicato tutto a Mariano d’Amelio (1871-1943) che trascorse l’intera vita professionale in magistratura, quasi cinquant’anni di cui ben diciotto – autentico record – come primo presidente della Cassazione? Un giurista pratico può arrivare agli onori della cronaca, ma ciò difficilmente interessa la storia della cultura, anche della cultura giuridica. Né le cose cambierebbero di molto se si tenesse conto che per l’attività amministrativa svolta giovanissimo in Sicilia e nella colonia eritrea, e successivamente da ‘gabinettista’ in diversi ministeri, d’Amelio fu magistrato-burocrate, figura tutt’altro che singolare tra le alte sfere dell’ordine giudiziario nella prima metà del Novecento. Ma la prospettiva si allarga se si considera che egli operò anche come diplomatico nelle trattative sulle riparazioni di guerra, come membro quasi perenne di commissioni di riforma dei codici dal primo dopoguerra in avanti, come incaricato di funzioni di rappresentanza per conto del governo all’estero. Sembrerebbe a questo punto il profilo del grand commis de l’État, ma si deve ancora aggiungere che fu presidente della Società per il progresso delle scienze, direttore effettivo o condirettore di importanti riviste giuridiche, ideatore e direttore di una grossa impresa enciclopedica nel campo del diritto, presidente dell’Istituto per la unificazione del diritto privato, nonché, negli ultimi vent’anni di vita, senatore e persino ‘opinionista’ assai seguito sulle pagine del «Corriere della sera». Oltre a svolgere le funzioni ‘naturali’ del ius dicere, ebbe insomma a che fare con quelle del legislatore e dell’amministratore, in stretta relazione con i principali personaggi del suo tempo, nella politica e nelle istituzioni. D’Amelio coltivò sempre l’idea che il diritto fosse una sovrastruttura e si pose senza infingimenti la questione del rapporto tra politica e diritto. Il suo profilo può offrire una chiave per comprendere la generazione di giuristi che operò in Italia tra l’età giolittiana e lo Stato totalitario.
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Anno edizione:2025
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