Mastro Don Gesualdo. Ediz. integrale - Giovanni Verga - copertina
Mastro Don Gesualdo. Ediz. integrale - Giovanni Verga - copertina
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Letteratura: Italia
Mastro Don Gesualdo. Ediz. integrale
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Descrizione


Mastro don Gesualdo, attraverso le vicende di un muratore arricchito, narra la storia del rivolgimento sociale di una classe che decade e di una classe emergente, del travaglio e della rincorsa affannosa tra patrimonio e matrimonio. Tutta la grande letteratura siciliana ha raccontato il processo di questa crisi e di questo ribaltamento, da Verga a De Roberto sino al canto del cigno di Tomasi di Lampedusa. L'amore supremo per la roba, il sospetto e la difesa contro il prossimo sono le leggi inviolabili che guidano il comportamento di Gesualdo nel suo sforzo di conquistare una più degna posizione sociale. Ma quando si accorge che dovrà inesorabilmente lasciare tutto ciò che ha ammassato per una vita, Gesualdo si ammala senza rimedio. L'abbandono della vita equivale all'abbandono della roba e viceversa. Mentre si avvicina alla fine, il protagonista, sempre più solo, sempre più alienato, assume un'aura eroica e tragica.

Dettagli

Tascabile
8 gennaio 2015
286 p., Brossura
9788854172395

Valutazioni e recensioni

  • MarioM35
    Verga e la fine del verismo

    Giovanni Verga (1840-1922). Nasce in una famiglia nobile, infatti ha la possibilità di studiare. Si iscrive a giurisprudenza ma capisce che quella non è la sua strada e dunque abbandona gli studi per dedicarsi alla letteratura. Nel 1860, quando i garibaldini sbarcano in Sicilia, lui si arruola nella Guardia Nazionale. Dopo 9 anni si trasferisce nell'allora capitale d'Italia ossia Firenze e lì, inizia a frequentare i salotti letterari. Vi rimane per 3 anni, poi si trasferisce a Milano e ritrova l'amico Capuana che gli fa conoscere il naturalismo francese. Nel 1881 pubblica I Malavoglia e tre anni dopo parte alla volta di Parigi e conosce Zola e Goncourt. Nel 1890 torna a Catania. Il Ciclo dei Vinti rimane incompiuto in quanto doveva essere formato da cinque romanzi ma solo I Malavoglia e il Mastro Don Gesualdo vengono pubblicati. La duchessa di Leyra rimane allo stato di abbozzo mentre gli ultimi due, l'onorevole Scipioni e l'uomo di lusso, non inizia a scriverli. Questi romanzi devono rappresentare la lotta per la vita nelle diverse classi sociali. Mastro Don Gesualdo (1889), ci mostra l'ascesa sociale di un muratore ossia Gesualdo Motta, grazie alla sua intelligenza che lo farà diventare ricco. Questa sua ricchezza ha un costo, la sua famiglia. Il protagonista morirà solo. Questo romanzo è importante non solo per Il Ciclo dei Vinti ma anche perché rappresenta uno spartiacque: questo romanzo rappresenta il "tramonto" del verismo (per alcuni, il verismo termina con la sua opera più bella), nello stesso anno D'Annunzio pubblica Il piacere, dunque è l'alba dell'estetismo e del decadentismo.

  • StefaniaS
    Dalle stalle alle stelle e viceversa

    Secondo libro dell'incompiuto ciclo dei vinti in cui il tema principale è il tentativo di scalare una società ancorata alla netta divisione in classi che nessuno deve illudersi di mescolare. Gesualdo, invece, crede fermamente che coi soldi guadagnati dal duro lavoro riesca a lavar via la calcina che ricopre le mani del "mastro" di modo da trasformarlo in un "don". Apparentemente vi riesce grazie all'intelligenza, alla volontà ed allo spirito di sacrificio ma non sarà mai accettato come tale né dagli appartenenti alla sua classe sociale d'origine che, invidiandolo, gli si rivoltano contro, né dagli aristocratici impoveriti coi quali si imparenta perché ai loro occhi sarà sempre un bifolco arricchito.

  • carmelo bulla
    bello

    Bello

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Foto di Giovanni Verga

Giovanni Verga

1840, Catania

Nato da famiglia di nobili origini e di tradizioni liberali, Giovanni Carmelo Verga crebbe alla scuola di Antonino Abate, esponente di una letteratura civile di ascendenza byroniana e guerrazziana. Verga può accedere a un’adeguata istruzione e viaggiare fuori dalla Sicilia, stabilendosi a Firenze e Milano, dove frequenta salotti e ambienti mondani. La prima fase della sua carriera di scrittore vede dunque romanzi di maniera, influenzati dal Romanticismo e dalla Scapigliatura. La sua prima prova romanzesca, "Amore e patria" (1856-57, inedito; tre capitoli ne furono pubblicati nel 1929), esce da quell’arroventata officina provinciale e affianca all’approssimazione linguistica l’enfasi patriottica. L’esordio pubblico avvenne nel 1861 con I carbonari della...

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