Le mele di Kafka - Andrea Vitali - copertina
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Letteratura: Italia
Le mele di Kafka
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Descrizione


Abramo Ferrascini, quello della ferramenta di Bellano, è un giocatore di bocce. Come individuale non va bene, ma boccia come dio comanda e in coppia con un buon accostatore diventa imbattibile. È stato tirato su a puntino dal gestore del Circolo dei Lavoratori, Mario Stimolo, allenatore per passione e perché tre anni fa, nel 1955, ha perso il braccio destro sotto una pressa e perciò di giocare non se n'è più parlato. Ora il Ferrascini ha tutte le carte in regola per vincere le semifinali del Campionato provinciale in programma a Cermenate domenica prossima. Ma c'è un intoppo. Suo cognato, l'Eraldo, quello che vive a Lucerna, sta male. Quarantotto ore gli hanno dato i medici di là, svizzeri, precisi. E adesso la moglie di Abramo, Rosalba, vuole a tutti i costi raggiungere la sorella, ma soprattutto dare all'Eraldo un ultimo saluto, magari un ultimo bacio. Ma ce la faranno ad andare e a tornare in tempo per le semifinali? Dipende. Se l'Eraldo muore entro martedì, mercoledì al massimo, si può fare. Bon, via allora. Un'occhiata al 1100, olio freni gomme; carta d'identità rinnovata all'ultimo minuto; prima tappa il passo del San Bernardino, poi giù dritti fino a Lucerna: basta seguire i cartelli, anche se sono in tedesco, perché il nome di quella città lì si capisce lo stesso. Ispirato da un aneddoto legato a un soggiorno a Lucerna del grande scrittore praghese, "Le mele di Kafka" mette in scena il meglio dei personaggi di Andrea Vitali.

Dettagli

12 maggio 2016
240 p., Rilegato
9788811687689

Valutazioni e recensioni

  • RAFFAELLA FERROTTI

    Il tono narrativo pacato e concreto di Vitali convince, in questa insolita storia di persone che, nella loro genuinità nostrana, si trovano a dover affrontare l’imprevisto. Spunti di meditazione sulle vicende quotidiane e sull’imprevedibilità del caso, che in quanto tale coinvolge tutti senza distinzione meritocratica e secondo tempistiche tutte sue. Linguaggio dalle forti matrici lombarde, che talvolta richiama piacevolmente figure lessicali non più così diffuse. Buona lettura per rispolverare o conoscere un mondo estraneo al vivere frenetico delle metropoli.

  • L’abilità consueta di Andrea Vitali è qui più evidente che in altri romanzi: la lettura è piacevole, con un po’ di dialetto qua e là, e qualche interessante annotazione sul gioco delle bocce che può interessare chiunque. Ben caratterizzata la solita invadente perpetua, custode di un anziano prevosto abbastanza rassegnato. Assenti questa volta i Carabinieri. Il romanzo conferma l’inesauribile vena narrativa di Vitali, la lettura scorre piacevole confermando nel fedele lettore dell’autore bellanese che tutto il mondo è paese e che gioie e dolori sono parte ineluttabile del nostro percorso. Una trama avvincente che dal solito lago ti porta in Svizzera e poi di nuovo in Italia per un torneo di bocce. Un finale inatteso.

  • Tra i vari personaggi di Bellano c’è anche Abramo Ferrascini, un giocatore di bocce, un bravo bocciatore che domenica prossima deve disputare le semifinali, ma il cognato di sua moglie sta male e perciò partono tutti per Lucerna. Sperando che il cognato Eraldo muoia subito, si faccia il funerale in fretta e così si riuscirà a tornare a casa in tempo per il torneo! Ma il destino è in agguato e assume le sembianze di una mela che Abramo affamato prende da un cestino in un albergo. Nessuno l’ha visto e nessuno lo viene a sapere, ma, come in un romanzo di Kafka, ogni colpa deve essere punita e quindi s’innesta un complesso meccanismo ad orologeria che avrà amare conseguenze.

Conosci l'autore

Foto di Andrea Vitali

Andrea Vitali

1956, Bellano (Lecco)

Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento e Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier e Regalo...

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