Caso rarissimo di letterato che, per mezzo secolo, annota quotidianamente pensieri, letture, incontri e frequentazioni, Mario Pieri (Corfù 1776-Firenze 1852) nelle sue Memorie manoscritte ci ha lasciato un prezioso affresco dell'Italia di primo Ottocento e un vivace spaccato della vita culturale del suo tempo. Ma questi diari sono anche la testimonianza di un uomo alla ricerca della propria identità e della propria missione letteraria. Personalità complessa e frastagliata, consapevole ammasso di contraddizioni, egli ci offre una cronaca originale non solo per gli eventi che racconta, ma anche per il taglio fortemente soggettivo e psicologico che fa pensare a una lunga confessione, o a un interminabile romanzo di formazione. Il volume raccoglie la seconda tappa del suo percorso letterario e umano: il momento cruciale della sua formazione estetica e letteraria, tra il 1811 e il 1818, in non casuale coincidenza con eventi epocali della storia politica e culturale europea quali la caduta di Napoleone, l'inizio del dominio asburgico, gli albori della polemica classico-romantica.
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