Mendel dei libri - Stefan Zweig - copertina
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Letteratura: Austria
Mendel dei libri
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Descrizione


La storia di un uomo che forse non ha letto tutti i libri, ma che tutti li conosce. Il sovrano di un mondo parallelo - un mondo di carta.

Dettagli

7 maggio 2008
56 p., Brossura
Buchmendel
9788845922749

Valutazioni e recensioni

  • Ely
    Un capolavoro

    Questa è una novella breve ma densissima, che riesce a condensare in poche pagine una riflessione struggente sulla memoria, sull’emarginazione e sul valore autentico della cultura. Jakob Mendel è un personaggio che incarna la devozione assoluta al sapere: non legge per svago, ma per vocazione. La sua mente è una biblioteca vivente, capace di evocare titoli, edizioni, prezzi e frontespizi con la precisione di un catalogo invisibile. Eppure, questa sua dedizione lo rende vulnerabile: estraniato dal mondo, ignaro della storia che lo circonda, Mendel viene travolto dagli eventi bellici e burocratici, fino a perdere ciò che lo definiva: la sua memoria. La sua figura mi ha ricordato il monologo “Novecento” di Baricco: entrambi sono uomini che vivono in un mondo interiore, puro e assoluto, ma mentre Novecento non è estraneo alla storia, sceglie di non scendere mai dalla nave e tale è la sua condizione in tempo di pace, di guerra e con la demolizione della stessa nave; Mendel è fuori dalla storia, disinformato dell’hic et nunc, ma viene strappato dal suo universo con violenza. La caduta degli occhiali, il suo “telescopio per contemplare il mondo dello spirito”, è il gesto simbolico che segna la fine del suo regno. L’ l’internamento, lo shock, la malattia: tutto contribuisce a spegnere la sua luce a libertà riavuta, come accade nelle patologie neurodegenerative, dove una molecola fuori posto può dissolvere l’armonia di un’intera esistenza. Il protagonista, pur essendo colto si accorge troppo tardi di aver dimenticato Mendel. È la custode del bagno, donna semplice e ignorante, a conservare l’ultimo libro del libraio, come gesto di memoria e umanità. Questo rovesciamento è potente: non sempre la cultura coincide con la magnanimità, e non sempre l’ignoranza è priva di cuore. Il libro finale, ironicamente dedicato alla letteratura scabrosa, è forse l’unico contatto che Mendel ha avuto con la vita fuori dai libri, o con l’unica donna che gli è rimasta accanto.

  • MartiUki
    Mendel: uomo o leggenda?

    Jakob Mendel è un uomo o una leggenda? “Mendel dei libri” è un racconto di sole 53 pagine, ma di cui si potrebbe parlare per giorni perché non racconta solo la vita solitaria, sommersa tra i libri , di Jakob Mendel, ma ci fa conoscere anche la cattiveria e l’ingiustizia di una guerra. La voce narrante ci descrive, tramite i suoi occhi, questo uomo straordinario e silenzioso che passava le sue giornate a studiare e memorizzare ogni dettaglio dei libri, lui, unico conoscitore di ogni titolo presente in questo mondo di carta. La penna di Zweig mi colpisce sempre per la sua delicatezza e al contempo la capacità di narrare in maniera forte anche un solo piccolo fatto. Qui non si trova tutta l’esistenza di Mendel, ma ci viene raccontata la sua più grande sofferenza, gli ultimi anni della sua vita, alcuni piccoli sprazzi della prigionia nel campo di internamento, senza i suoi amati libri e il suo rientro alla vita di tutti i giorni che ormai non era più la stessa. Mentre leggevo mi rendevo conto che una trama come questa potrebbero scriverla in tanti ma solo pochissimi scrittori sanno trasmettere una sofferenza del genere, facendotela vivere nella pelle e Zweig continuerò ad amarlo proprio per questo.

  • Pignetralepagine
    Una scoperta

    Quasi per caso, mi sono imbattuta in questo racconto e ne sono rimasta folgorata: una vera e propria favola su come i libri possano salvarci dalle brutalità del mondo

Conosci l'autore

Foto di Stefan Zweig

Stefan Zweig

1881, Vienna

Nato il 28 novembre 1881 a Vienna, Zweig era figlio di un ricco industriale ebreo e per questo potè studiare con tutta libertà, seguendo i suoi gusti che lo portavano a interessarsi di letteratura, filosofia e storia.L'atmosfera cosmopolita della Vienna imperiale favorisce la sua curiosità del mondo, che si trasforma in una sorta di bulimia culturale. Come letterato esordisce con poemi in cui si percepisce l'influenza di Hofmannsthal e Rilke, di cui parla nella sua autobiografia Il mondo di ieri (Die Welt von gestern, 1942). Per Stefan Zweig "la letteratura non è la vita", ma "un mezzo di esaltazione della vita, un modo di cogliere il dramma in maniera più chiara e intelleggibile". La sua ambizione è dunque "dare alla mia esistenza l'ampiezza, la pienezza,...

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