Mi sono perso in un luogo comune. Dizionario della nostra stupidità - Giuseppe Culicchia - copertina
Mi sono perso in un luogo comune. Dizionario della nostra stupidità - Giuseppe Culicchia - copertina
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Letteratura: Italia
Mi sono perso in un luogo comune. Dizionario della nostra stupidità
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Descrizione



Giuseppe Culicchia, con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del Dizionario dei luoghi comuni.

«Addominali - Ciò che conta in un uomo oltre alla carta di credito. Io che non ho mai badato a queste cose, un giorno ho scoperto che avrei dovuto averceli a tartaruga. Sono subito corso a specchiarmi, e ho constatato che invece ce li avevo a foca. Avete presente le foche? Ecco, io ne ho una che dorme beata lí dove dovrebbe esserci una tartaruga. Ora, quanto è tenera una foca addormentata? Perché svegliarla? E come dirle che dovrebbe sloggiare per far posto a una tartaruga?»

Ma quanto siamo stupidi? E soprattutto: come? Inutile girarci intorno: ogni volta che ci scappa una frase fatta, è l’ottusità del mondo che si sta impossessando di noi. Basta ascoltare le conversazioni sui tram, guardare i telegiornali, partecipare alle cene di sedicenti intellettuali. Oppure, semplicemente ascoltare ciò che ci esce di bocca. È questo che ha fatto Giuseppe Culicchia: con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del Dizionario dei luoghi comuni. Perché capita a ciascuno di noi, molte volte al giorno, di perdersi in un luogo comune. E questo libro ci farà ridere, prima di tutto di noi stessi. Mi sono perso in un luogo comune contiene frammenti di comicità pura, ma anche riflessioni piú malinconiche – sempre all’insegna dell’intelligenza. Un testo che si può leggere come si vuole: rispettando l’ordine alfabetico o aprendo le pagine a caso, divorandolo in una sola notte o a poche pillole al giorno. Comunque lo si affronti, ci si vedrà allo specchio, perché è un ritratto di tutti noi, sorpresi – nei nostri salotti reali o immaginari – a parlare senza pensare davvero, pronunciando frasi impronunciabili.

Dettagli

1 marzo 2016
231 p., Brossura
9788806228828

Valutazioni e recensioni

  • Francesca Finoglio

    Ho acquistato il libro essendo una estimatrice dell'autore. Ho iniziato a leggerlo in ordine alfabetico, ma ben presto mi sono lasciata incuriosire dalle voci che avrei trovato più avanti ed ho quindi proseguito saltellando un po' in avanti ed un po' all'indietro. Con leggerezza ed ironia si riscoprono vecchi luoghi comuni e si aggiungono i nostri nuovi luoghi comuni. UZBEKISTAN: portalo ad esempio quando si parla di democrazia anche se non si sa con precisione nè che ti tipo di governo abbia nè dove si trovi esattamente.

Conosci l'autore

Foto di Giuseppe Culicchia

Giuseppe Culicchia

1965, Torino

Scrittore italiano. Ormai considerato una delle voci più autentiche della narrativa italiana degli ultimi anni, è stato scoperto da Pier Vittorio Tondelli che aveva pubblicato alcuni suoi racconti nell'antologia Papergang-Under 25. Ispirato da autori come Hemingway, Carver, Bukowski e Bret Easton Ellis, ha esordito nel 1994 con Tutti giù per terra, romanzo che si è rivelato uno dei casi letterari più sorprendenti degli ultimi anni ed è stato vincitore dei Premi Montblanc e Grinzane Cavour. Nel romanzo lo scrittore racconta le vicende di un giovane poco più che ventenne, Walter, che affronta le paure, le incertezze e la fragilità del mondo giovanile nella Torino di fine anni Ottanta con perplessità, disillusione e soprattutto un'irresistibile...

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