Ho acquistato il libro essendo una estimatrice dell'autore. Ho iniziato a leggerlo in ordine alfabetico, ma ben presto mi sono lasciata incuriosire dalle voci che avrei trovato più avanti ed ho quindi proseguito saltellando un po' in avanti ed un po' all'indietro. Con leggerezza ed ironia si riscoprono vecchi luoghi comuni e si aggiungono i nostri nuovi luoghi comuni. UZBEKISTAN: portalo ad esempio quando si parla di democrazia anche se non si sa con precisione nè che ti tipo di governo abbia nè dove si trovi esattamente.
Mi sono perso in un luogo comune. Dizionario della nostra stupidità
Giuseppe Culicchia, con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del Dizionario dei luoghi comuni.
«Addominali - Ciò che conta in un uomo oltre alla carta di credito. Io che non ho mai badato a queste cose, un giorno ho scoperto che avrei dovuto averceli a tartaruga. Sono subito corso a specchiarmi, e ho constatato che invece ce li avevo a foca. Avete presente le foche? Ecco, io ne ho una che dorme beata lí dove dovrebbe esserci una tartaruga. Ora, quanto è tenera una foca addormentata? Perché svegliarla? E come dirle che dovrebbe sloggiare per far posto a una tartaruga?»
Ma quanto siamo stupidi? E soprattutto: come? Inutile girarci intorno: ogni volta che ci scappa una frase fatta, è l’ottusità del mondo che si sta impossessando di noi. Basta ascoltare le conversazioni sui tram, guardare i telegiornali, partecipare alle cene di sedicenti intellettuali. Oppure, semplicemente ascoltare ciò che ci esce di bocca. È questo che ha fatto Giuseppe Culicchia: con molta voglia di giocare e altrettanta di mettersi in gioco, ha dato forma a una sua personalissima versione del Dizionario dei luoghi comuni. Perché capita a ciascuno di noi, molte volte al giorno, di perdersi in un luogo comune. E questo libro ci farà ridere, prima di tutto di noi stessi. Mi sono perso in un luogo comune contiene frammenti di comicità pura, ma anche riflessioni piú malinconiche – sempre all’insegna dell’intelligenza. Un testo che si può leggere come si vuole: rispettando l’ordine alfabetico o aprendo le pagine a caso, divorandolo in una sola notte o a poche pillole al giorno. Comunque lo si affronti, ci si vedrà allo specchio, perché è un ritratto di tutti noi, sorpresi – nei nostri salotti reali o immaginari – a parlare senza pensare davvero, pronunciando frasi impronunciabili.
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Anno edizione:2016
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Francesca Finoglio 06 marzo 2017
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