Le mille e una morte

capolavoro

In questa serie di racconti London trasforma le favole della buonanotte in crudi racconti che hanno come unico finale la morte che giunge quasi come fosse una liberazione per i personaggi dei singoli racconti. Leggetelo e v’intenderete conto quanto può essere difficile allestire un fuoco in mezzo al gelo del nord.

Sicuramente l'ho già detto in recensioni precedenti ma: io non amo i racconti. Premessa fatta, vado subito a smentirla, in quanto, questo libro di racconti di London mi è piaciuto un sacco. Ogni sua pagina è un'avventura. Niente di rassicurante, il titolo tiene fede a ciò che contiene, anzi, forse il titolo è fin troppo blando. Grazie all'analisi fatta dal curatore del volume, alla fine dello stesso, il lettore scopre che l'autore ha avuto un'esistenza non proprio semplice, perennemente in conflitto con se stesso a causa della mancanza della figura paterna nella sua vita. Madre certa, padre ignoto sino a quando a vent'anni circa non rintraccia quello che dovrebbe essere, secondo i calcoli, suo padre, il quale lo rifiuta per l'ennesima volta dichiarando che ai tempi in cui lui è nato era impotente, quindi.. In questo libro London non fa altro che uccidere in X modi diversi il padre, e certo lo fa con uno stile impeccabile e narrandoci delle storie affascinati, oniriche, primitive, riflessive, cariche di un'emotività crudele che però non è mai distante dall'essenza stessa di quel angolo di oscurità che ogni essere umano sa di avere dentro sé. Abbandonando l'analisi dell'autore, che non si dica che i grandi artisti non possano completamente dirsi estranei alle opere che compongono o hanno composto, i libro e le sue avventure scorrono rapide tra le dita del lettore che, in tanti casi, può ritrovarsi a raccontare alcune di esse come aneddoti, magari un po' cupi, ma che sicuramente vale la pena di raccontare.