Il mio Carso - Scipio Slataper - copertina
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Letteratura: Italia
Il mio Carso
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Descrizione


Scipio Slataper il 3 dicembre 1915 morì sul monte Podgora, in una azione di pattuglia per la quale si era offerto volontario. L'opera è quella di un giovane che sentiva di avere molto da dire ai giovani suoi contemporanei e che per questo si impegnò precocemente nella scrittura, a Trieste negli anni del liceo, poi a Firenze all'università, collaborando a giornali e periodici, impaziente di pubblicare i suoi scritti e di farsi conoscere, quasi presagisse la brevità della sua esistenza. Opera, forse im-perfetta - ma affascinante proprio per questo - di un giovane che si sentiva "poeta", anche se questa restò l'unica opera "creativa" che poté vedere pubblicata. La prefazione e le accurate note della curatrice sono necessario ausilio a contestualizzare il testo, non solo dal punto di vista storico ma anche psicologico dell'autore. L'analisi stilistica di questa prosa altamente espressionistica è la chiave per l'interpretazione degli slanci emotivi e delle pause di meditazione. Notevole lo sforzo didattico nella traduzione delle locuzioni dialettali tali da ricreare l'ambiente culturale triestino tanto diverso da quello fiorentino con cui Slataper si confronta.

Dettagli

1 gennaio 2015
168 p., Brossura
9788888281162

Conosci l'autore

Foto di Scipio Slataper

Scipio Slataper

(Trieste 1888 - monte Podgora 1915) scrittore italiano. Ancora liceale, fu introdotto negli ambienti irredentisti e socialisti di Trieste dal suo maestro e amico F. Pasini. Trasferitosi a Firenze nel 1908 per frequentare l’Istituto di studi superiori, cominciò a collaborare con le Lettere triestine a «La Voce», di cui (dopo un viaggio in Austria e in Germania fertile di esperienze umane e culturali) divenne segretario di redazione per pochi mesi, dal dicembre 1911 al marzo 1912. Lasciato l’incarico in seguito a uno scontro con Papini, scrisse novelle per ragazzi sul «Giornalino della domenica» di Vamba (L. Bertelli); intanto traduceva la Giuditta (1910, in collaborazione con M. Loewy) e il Diario (1912) di F. Hebbel, curava un’edizione dell’Epistolario di T. Tasso (1912) e portava a termine...

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