Roach ha ventiquattro anni, è una ragazza molto sola, non ha vita sociale e lavora svogliatamente come libraia, un lavoro, questo, che le permette di coltivare la sua passione per il true crime. Roach si nutre di crimine, per lei è di vitale importanza conoscere le gesta dei grandi serial killer, i racconti di morte non la inquietano, anzi, la fanno sentire tremendamente viva. Proprio per questo suo lato dark nessuno vuole avere a che fare con lei, d’altronde è quasi impossibile trovare qualcuno con la sua medesima passione.
Laura è bella, solare, gentile, ha la passione per la scrittura e ama indossare abiti e accessori in coordinato. L’arrivo di Laura rappresenta per Roach una luce in fondo al tunnel, deve assolutamente diventare sua amica specie quando scopre l’evento tragico che aleggia nel passato della collega.
Man mano che il tempo passa, l’atteggiamento di Roach diviene sempre più simile a quello di una stalker. Spia Laura, cerca di imitarla, s’introduce nella sua intimità, la spaventa.
Sono entrambi personaggi ben riusciti, complementari tra loro. Roach non si nasconde, fa di questo suo lato oscuro la sua particolarità e punto di forza mentre Laura indossa una maschera di perfezione, destinata, però, a cadere quando il ricordo dell’omicidio della madre a opera di un serial killer, proprio uno di quelli da cui Roach è ossessionata, torna a galla.
Le vicende sono narrate alternando il punto di vista delle due donne. Entrambe hanno bisogno di aiuto: Roach precipita sempre più nella follia e Laura nell’autodistruzione. Lo stile della prosa è semplice, fluido e accattivante. Nonostante il ritmo non sia particolarmente incalzante, il lettore è costantemente parte della vicenda, sempre più rapito da quanto accade.
Un romanzo psicologico crudo e complesso. Una lettura che sa stupire.
