Motivi lacaniani. Scritti sul peggio
Il pessimismo è una forma di pensiero bizzarra. Da una parte, i suoi assunti condannano il mondo e l’esistenza di ciascuno vedendoli come qualcosa che non dovrebbe affatto essere, entità votate alla disfatta o insignificanti granelli di un universo indifferente. Dall’altra, però, il pessimismo sembra ricavare da simili assunti una consolazione indiretta: rassegnarsi a vivere nel peggiore dei mondi possibili si tramuta in una paradossale forma di conforto, una prassi per alleviare i nostri mali. Il pensiero pessimo si trasforma in una verità ultima sul tutto che ripropone anziché demolire la prospettiva di un senso universale. Lacan sembrava essersi accorto di un simile problema. Anziché sbarazzarsi del pessimismo tuttavia, egli decide di invitarlo sul lettino dell’analista. Quel che ne risulta è un’analisi inconscia del pensiero del peggio, un pessimismo della libera associazione che si esprime per motivi, variazioni e piccole differenze. Un pessimismo al di là del pessimismo che, indagando se stesso e i propri sintomi, getta una nuova luce anche sulla psicoanalisi. Questi scritti sono un resoconto di tale analisi.
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Anno edizione:2022
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