I Nirvana prima e dopo “Nevermind”, prima e dopo la Sub pop Records , ma anche un prima e un dopo l’Unplugged in New York. Un Unplugged che poteva apparire come l’ennesimo trionfo commerciale del gruppo di Aberdeen, in un periodo storico in cui il format “Mtv Unplugged” consacrava chi era già divenuto una star. Fu invece un trionfo artistico, dolente nel suo essere, senza volerlo, il canto funebre di un intero movimento musicale e non ,con l’ombra nefasta del prossimo lutto che avrebbe reso immortale Kurt Cobain. Interpretazioni magistrali, accorate ed emotivamente struggenti dei brani autografi, arricchite da una ripresa del Bowie meno scontato (con “The Man Who Sold the World”) e dal recupero per le masse di uno nei nomi fondativi e tutelari della scena “grunge” ovvero i Meat Puppets , coverizzati con ben tre brani, con il chitarrista di questi ultimi presente sul palco come membro aggiuntivo . Segnaliamo infine la cover di un brano dei preziosi indie Vaselines e l’intenso grido di dolore fatto in musica del tradizionale Where Did You Sleep Last Night, che suggella la sensazione generale di perdita che pervade tutto l’album. Insieme all’unplugged dei coevi Alice in Chains, l’ultima testimonianza autentica di quello che avrebbero voluto essere gli anni novanta prima di essere fagocitati dal circo/ circolo mediatico e che divenne un “istant classic”
