Il mulino di Leibniz - Paolo Mazzarello - copertina
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Letteratura: Italia
Il mulino di Leibniz
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Descrizione

Libro presentato da Gian Arturo Ferrari nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023

«Improvvisamente un cigolio sordo fendette l'aria. Si sporse ancora più in avanti nel buio. Appena un millesimo di secondo per avvertire una pressione infinita. Poi più niente. E precipitò nel nulla. O forse nel tutto.»


Il protagonista, il colpevole di questo giallo efferato e cupo, è indicibile. Non puoi dargli un nome e non puoi svelarlo. Ma quando uno storico della scienza come Paolo Mazzarello decide di scrivere un romanzo, e un romanzo di delitti e di misteri, ha una sola strada possibile: mettere nel libro tutto quello che un lettore non si aspetterebbe, ovvero filosofia e logica. Ma non solo, l'autore racconta una storia di omicidi, compiuti da qualcuno, che sembrano obbedire a una logica, a un disegno, come nella migliore tradizione giallistica, che seguono un filo, unico appiglio per degli investigatori sgomenti e turbati. Peccato che questo filo sia governato dal caos, dall'imponderabile, da una mente superiore che si ha persino paura di scoprire, perché il fatto stesso che possa esistere cambia il nostro modo di guardare il mondo, e mette in profonda crisi la nostra idea positiva della scienza e della tecnologia. È una terra di nessuno quella in cui si muovono i personaggi di questo libro, che comincia con un delitto in un mulino negli Stati Uniti e con un rapimento, e continua a crescere come fosse una foresta, un bosco narrativo che non ha disegnato nessuno, dove non ci sono sentieri. Mazzarello ci porta in un mondo diverso da quello frequentato dai giallisti tradizionali. Non si tratta soltanto di commissari e di pazzi maniaci che mandano mail misteriose, non si tratta di capire cosa accade ma soprattutto perché accade. E in quel perché c'è una vera e propria teologia, c'è il male e il caso, l'orrore e l'indifferenza. Con grande abilità l'autore del Mulino di Leibniz ci conduce dove nessuno di noi saprebbe arrivare con le proprie forze. E conferma la vecchia ipotesi di Borges: l'unico giallo che si deve ancora scrivere è quello dove l'assassino è il lettore.

Proposto da Gian Arturo Ferrari al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Il mulino di Leibniz è una singolare commistione tra un romanzo giallo – inizia con un misterioso delitto –, un’immersione nella scienza contemporanea e nella storia della filosofia, una stupefacente riflessione sulla natura della cosiddetta rete che qui acquista una propria, e nefasta, personalità. Un’opera singolarissima e per questo meritevole di partecipare alla gara dello Strega.»

Dettagli

26 luglio 2022
320 p., Brossura
9788854523685

Valutazioni e recensioni

  • Patrizia

    E' veramente difficile imbattersi in un giallo che riesca a mantenere le alte aspettative generate da un ottimo inizio. E "Il mulino di Leibnitz" non fa eccezione: l'impatto introduttivo è fulminante e cattura immediatamente l'attenzione del lettore anche se gli argomenti trattati possono riuscire poco congeniali. Si ha l'impressione che l'autore venga però messo in qualche modo alle strette proprio dai temi scientificamente all'avanguardia che ha scelto di trattare tanto che, nel finale, il romanzo sfocia in una sorta di fantascienza "imminente", unica soluzione possibile per un troppo ambizioso intreccio. Non si può fare a meno di rimanere delusi da una tale, frettolosa semplificazione dopo aver subito il fascino di una trama audace e originale.

  • Anto

    La protagonista di questa storia è Gaia Block, ricercatrice nell'ambito della neurofisiologia della coscienza e della fisiologia del libero arbitrio. Quando il suo collega, Tomaso Cardani, viene brutalmente assassinato per aver individuato un algoritmo in grado di illustrare matematicamente la soggettività, Gaia rimane coinvolta, suo malgrado, nella vicenda e diventa il bersaglio di un misterioso individuo che comunica solo attraverso la Rete e che si firma Anima Mundi. Gli omicidi commessi, o ordinati, da Anima Mundi hanno sempre come sfondo un mulino, che richiama il paradosso del mulino di Leibniz, attraverso cui il filosofo illustrava l'impossibilità di creare una macchina in grado di imitare la mente umana. Ma sarà sul serio così? Cardani era riuscito a giungere a una comprensione assoluta della questione proprio un attimo prima della morte, aveva cercato di comunicare la sua scoperta alla collega, attraverso un SMS in codice, ma per decifrarlo non basta solo l'intuizione, è necessario addentrarsi negli studi di Cardani e nella mente oscura di Anima Mundi. Mentre da un lato si assiste alla ricerca spasmodica dell'assassino, che risulta essere sempre un passo avanti rispetto agli investigatori, dall'altro sembra che davvero si possano superare i confini del sapere umano e che nuovi scenari si aprano, consentendo di varcare la  la soglia che separa il possibile dall'impossibile. Tra i meandri della Rete Anima Mundi emerge e scompare a proprio piacimento, seminando qua e là una sorta di ingannatori specchietti per le allodole e non sarà per niente facile districare questa intricata matassa… Il thriller di Paolo Mazzarello è decisamente originale, anche se abbastanza complesso da seguire, dato il mix di filosofia, fisiologia, neuroscienza e tecnologia. Tuttavia, il linguaggio risulta particolarmente accurato e accessibile anche ai non addetti ai lavori e il fascino del tema scientifico è innegabile

Conosci l'autore

Foto di Paolo Mazzarello

Paolo Mazzarello

1955, Mornese (Alessandria)

Medico, accademico e saggista italiano.Laureato con lode in Medicina nel 1980 come allievo del Collegio Ghislieri di Pavia, ha poi ottenuto a Milano il dottorato di ricerca in Scienze Neurologiche e la specialità in Neurologia. Membro dell’Istituto Lombardo – Accademia di Scienze e Lettere e dell’Academia Europaea, insegna oggi Storia della Medicina all'Università di Pavia. È presidente del Sistema Museale di Ateneo di Pavia e direttore del Museo per la Storia dell'Università di Pavia. Ha scritto anche su diverse testate, tra le quali «Il Corriere della Sera», «La Stampa» e sulle riviste «Nature», «Endeavour» e «Isis».Il suo editore di riferimento è Bollati Boringhieri, per il quale...

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