Il libro non è assolutamente all'altezza dello scrittore. Forse l'amore feticista per una sua amante, donna o città, poteva essere un'ottima scelta. Anche l'idea di fare un romanzo di racconti legati agli oggetti di quel feticismo era geniale. Ma l'idea non è stata realizzata adeguatamente. Totalmente noioso, ripetitivo. Il personaggio di Kemal è del tutto involuto e Pamuk si arrampica sugli specchi per portare avanti il suo romanzo. Pertanto dichiaro di abbandonare il libro sul treno Roma Palermo dopo averne letto solo un quarto, fino a pagina 162. 3 agosto 2017, ore 11 e 22
Il museo dell'innocenza
Entrato in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata, Kemal Basmaci, trentenne rampollo di una famiglia altolocata di Istanbul, si imbatte in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto anche eroticamente molto intenso. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata: per quanto di mentalità aperta e moderna, in lui sono comunque radicati i valori tradizionali (e anche un certo opportunismo). Così si fidanza e perde tutto: sconvolta dal suo comportamento, Füsun scompare, mentre Kemal, preda di una passione che non gli dà tregua, trascura gli affari e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato. Kemal però non si dà per vinto. In assoluta castità, continua a frequentarla per otto lunghi anni, durante i quali via via raccoglie un'infinità di oggetti che la riguardano: cagnolini di porcellana, apriscatole, righelli, orecchini... Poterli guardare, assaggiare, toccare è spesso la sua unica fonte di conforto. E quando la sua esistenza subisce una nuova dolorosa svolta, quegli stessi oggetti confluiranno nel Museo dell'innocenza, destinato a rendere testimonianza del suo amore per Füsun nei secoli futuri. La storia di un'incontenibile passione, ma allo stesso tempo uno sguardo ora severo, ora ironico, ma certamente non privo di profondo affetto sulla Istanbul di quegli anni e sulla sua contraddittoria borghesia.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giancarlo Sidoti 03 agosto 2017
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FEDERICA SESTI OSSEO 09 settembre 2010
Pagina dopo pagina si accentua il calvario amoroso del protagonista Kemal e insieme quello del lettore. Il museo dell' innocenza è un libro innegabilmente lungo, ma alla stesso tempo innegabilmente Pamuk non cede il passo ad un calo di intensità della sofferenza. Insieme a Kemal e Füsun percorriamo le strade della Instanbul borghese anni 70, sorprendendoci, attraverso la dettagliata descrizione dei luoghi e dei profumi, dello struggimento dettato da una passione proibita. La ricerca di Kemal di riesumare la metaforica salma della giovane studentessa, ormai donna, sfocia in un perverso e lacerante, in quanto infruttuoso, tentativo di vivere il passato e il futuro. Il presente dovrà cozzare con le volontà constrastanti di Füsun e con la incapacità di Kemal di ascoltare altro se non il suo ricordo e il suo volere.
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