Il museo dell'innocenza - Orhan Pamuk - copertina
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Letteratura: Turchia
Il museo dell'innocenza
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Descrizione

Lo struggente ritratto di un amore impossibile e la storia indimenticabile di un'epoca, di una città.

«Era l'istante piú felice della mia vita, e non me ne rendevo conto. Se l'avessi capito, se allora l'avessi capito, avrei forse potuto preservare quell'attimo e le cose sarebbero andate diversamente? Sí, se avessi intuito che quello era l'istante piú felice della mia vita non mi sarei lasciato sfuggire una felicità cosí grande per nulla al mondo.»
Entrato in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata, Kemal Basmaci, trentenne rampollo di una famiglia altolocata di Istanbul, si imbatte in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto anche eroticamente molto intenso. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata: per quanto di mentalità aperta e moderna, in lui sono comunque radicati i valori tradizionali (e anche un certo opportunismo). Così si fidanza e perde tutto: sconvolta dal suo comportamento, Füsun scompare, mentre Kemal, preda di una passione che non gli dà tregua, trascura gli affari e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato. Kemal però non si dà per vinto. In assoluta castità, continua a frequentarla per otto lunghi anni, durante i quali via via raccoglie un'infinità di oggetti che la riguardano: cagnolini di porcellana, apriscatole, righelli, orecchini... Poterli guardare, assaggiare, toccare è spesso la sua unica fonte di conforto. E quando la sua esistenza subisce una nuova dolorosa svolta, quegli stessi oggetti confluiranno nel Museo dell'innocenza, destinato a rendere testimonianza del suo amore per Füsun nei secoli futuri. La storia di un'incontenibile passione, ma allo stesso tempo uno sguardo ora severo, ora ironico, ma certamente non privo di profondo affetto sulla Istanbul di quegli anni e sulla sua contraddittoria borghesia.

Dettagli

7 aprile 2014
586 p.
Masumiyet müzesi
9788806221492

Valutazioni e recensioni

  •  Enrico
    Quanto a fondo si può donare un cuore

    L'inesorabile profondità dell'amore. Con una scrittura semplice ma mai banale vieni guidato nella vita di un uomo spezzato, logorato. Il tutto con lo sfondo di una città ed un periodo affascinantissimi.

  • Francesco_2957803
    Voto: 9-

    Libro da cui non ti aspetti nulla e che ti da tanto. Ambientato in Turchia. Importanti sono gli oggetti, con il loro significato e la loro simbologia della memoria. L’autore ha realizzato davvero il Museo dell’Innocenza su cui si basa il libro e inserisce tra le pagine un biglietto gratuito per visitarlo (geniale!). Conoscete questo autore, che nel 2006 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura?

  • Fefe
    Struggente

    Consigliato dalla prof di letteratura moderna, questo libro lo può sentire dentro chi conosce le pene d'amore, anche i suoi periodi lenti, ripetitivi e dolorosi fanno parte di un sentimento di malinconia che nella vita vera è proprio così logorante, la storia dei 2 amanti passo passo prende strade inaspettate, la speranza sembra avvicinarsi ma poi cambia nuovamente tutto. L'idea di fermare tramite gli oggetti il ricordo di un amore così forte potete coronarla andando a vedere l'omonimo museo ad Istanbul, dove ritroverete gli oggetti capitolo per capitolo e rivivrete la storia nella casa di Füsun!

Conosci l'autore

Foto di Orhan Pamuk

Orhan Pamuk

1952, Istanbul

Scrittore turco, Premio Nobel per la letteratura nel 2006. Abbandonati gli studi di architettura, esordisce con il romanzo Il signor Cevdet e i suoi figli (1982), affresco di tre generazioni ambientato nel quartiere natio di Nisantasi, con il quale ottiene grande successo; cui sono seguiti La casa del silenzio (1983) e Il castello bianco (1985), nei quali l’incontro tra un giovane veneziano e uno studioso ottomano è pretesto per affrontare quello, problematico e conflittuale, tra Oriente e Occidente. Lo stesso tema ricorre, declinato in modi diversi, anche nei più recenti Il mio nome è rosso (1998, premio Grinzane) e Neve (2002), dai risvolti più marcatamente politici. Istanbul (2003) ha affascinato per l’abile tessitura che cuce...

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