Dalla dissoluzione dell'Impero all'età contemporanea.
La Turchia, a seguito della caduta dell'Impero, muove i primi passi di neo repubblica alla ricerca di una propria identità culturale. Lo slancio è verso la modernizzazione, nel tentativo di abbracciare una cultura laica e nazionale. La svolta si ha nel 1928 con l'abbandono dell'alfabeto arabo, a favore di quello latino. La letteratura di questa prima fase è caratterizzata da una duplice anima: la spinta verso le influenze europee e la nostalgia per i modelli arabi tradizionali. Una dicotomia che attraversa tutto il novecento e viene ben rappresentata da autori quali Yashar Kemal con la sua epica mitica, Irfan Orga, Re dell'autobiografismo, e Orhan Pamuk che entra nella storia come primo turco a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 2006. Maestro nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale e nel rappresentare legami tra diverse culture.
Tra i contemporanei, merita una menzione particolare l'attività di Ahmet Altan, difensore delle minoranze curde e armene, protagonista di primo piano della vita culturale turca. A fianco del romanzo tradizionale, anche la letteratura di genere è in continua crescita. Ne sono esempi illustri, il realismo magico di Latife Tekin, i romanzi di formazione di Perihan Magden, la narrativa rosa di Marjan Kamali e i gialli di Esmahan Aykol con protagonista la libraia turco-tedesca Kati Hirschel.
Burhan Sönmez si distingue invece per la commistione di temi moderni e leggende tradizionali con cui è stato educato.
Merita una menzione a parte Elif Shafak, autrice più venduta in patria, è creatrice di un'opera narrativa che è insieme locale e universale e in cui si mescolano la cultura orientale e occidentale.