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Nanà - Émile Zola - copertina
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Nanà

Dettagli

2008
1 gennaio 2008
344 p., Brossura
Nana
9788818025903

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 5/5

Pubblicato a puntate dalla rivista "Le Voltaire" da ottobre del 1879 a febbraio del 1880, e poi edito in volume, Nanà narra "la storia di una ragazza che discendeva da quattro o cinque generazioni di ubriaconi, il sangue avvelenato da una lunga eredità di miseria e alcolismo, che in lei si tramutava in uno squilibrio nervoso della sessualità. Era cresciuta in periferia, sui marciapiedi di Parigi; e, alta, bella, fiorente come una pianta spuntata su un letamaio, riscattava i pezzenti e i derelitti di cui era il frutto. Con lei, il marciume che veniva lasciato fermentare nel popolo risaliva e faceva marcire l'aristocrazia. Diventava una forza della natura, un fermento di distruzione, senza volerlo, corrompendo e disgregando Parigi tra le sue cosce bianche come neve". All'inizio del romanzo Nanà Coupeau, vezzeggiativo di Anna, ha 18 anni, era nata il 30 aprile del 1851, ed è già madre del piccolo Louiset di tre anni. Incapace di recitare e di cantare riscuote un grandissimo successo a teatro e riesce, grazie al suo fascino, a far innamorare numerosi uomini: tra questi il banchiere Steiner e poi il conte Muffat, che soddisfano tutte le sue richieste economiche e non solo. Ricco di sfumature il personaggio di Nanà: fatal femme, cocotte, gelida, non conosce affetto, insaziabilmente avida di lusso e di piaceri, non ha forti sentimenti se non per se stessa, molto egocentrica ed egoista, morirà di vaiolo. Degna di nota la nuova traduzione curata da Donata Ferodi.

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Elisa Serena
Recensioni: 5/5

A scuola avevo studiato Zola e il naturalismo.Sapevo che è uno dei più grandi rappresentanti di questo movimento letterario,ma - avendo sempre rimandato la lettura dei suoi romanzi (roba scolastica) - non avevo mai avuto modo di capire come la sua rappresentazione della realtà tramite la parola scritta fosse....reale! I suoi personaggi sono vivi,eccessivi forse,ma vivi e reali nei loro sentimenti.I corridoi dietro le quinte del teatro in cui recita Nana,la casa in cui riunisce amici,amanti,conoscenti si animano nelle parole dello scrittore.Si apre il sipario e lei compare come divina nella sua bellezza fisica,in cui lei crede ciecamente,a cui si affida e - dopo mille vicende,passando dal basso ambiente di strada al lusso,poi di nuovo la strada e infine il lusso estremo con Nana che domina gioendo nel distruggere amanti e avversari,cieca alle conseguenze negative delle sue azioni - alla fine il sipario,le cortine di un letto stavolta,si chiude su di lei brutta,rovinata dal vaiolo,dalla malattia che tanto temeva,sola.E cala il silenzio.La commedia di Zola si chiude su quest'immagine:noi siamo lì dove lui ci ha portati,in quella stanza d'albergo (di lusso ma non troppo),accanto a quel letto,la finestra rimasta aperta.Dentro il silenzio e fuori le urla del popolo che incita alla guerra.Tutto il lusso,lo sfarzo,le feste non esistono più,gli abiti grigio perla di Nana sono sostituiti dalle povere vesti di una morta. Questioni politiche dominano la mente dei personaggi che si fanno seri...e paurosi.Questi grandi amanti che tutto avrebbero fatto per Nana,ora non la vogliono più vedere:accorrono,e lei li domina,senza mostrarsi,resta ancora nell'aria la sua forte personalità. Personaggio complesso quello di Nana:capricciosa,opportunista,vanitosa,egoista e con qualche sprazzo di umanità nei confronti solo del figlio,figura marginale,silenziosa,malata che scompare a causa del vaiolo e che lega a sè la madre in questo destino.

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Émile Zola

1840, Parigi

Scrittore francese. Rimase presto orfano e trascorse l'infanzia e la giovinezza in gravi ristrettezze economiche. Prima di raggiungere il successo con i suoi romanzi, visse lavorando presso la casa editrice Hachette e facendo il giornalista, attività che non abbandonò mai del tutto. Considerato il caposcuola del naturalismo letterario, fu al centro di numerose polemiche artistiche, impegnandosi, tra l'altro, nella difesa di Manet e degli impressionisti ("I miei odii", 1866). Ma l'avvenimento più clamoroso della sua vita è legato al caso Dreyfus. Schieratosi con gli innocentisti, denunciò il complotto militarista e reazionario con la famosa lettera aperta (J'accuse) pubblicata su "L'Aurore" (1898). Condannato a un anno di carcere, per evitare la prigione,...

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