Sono rimasto molto deluso da questo libro, sia dal punto di vista dell'ideazione che della struttura. Noioso e scontato, l'Autore non sembra mai riuscire a trovare il modo distimolare la curiosita` dei lettori dal palato piu` fine.
Naso da neve
Cosa porta una giovane, ricca e spietata agente del contro spionaggio a diventare una riflessiva avventuriera alla ricerca di se stessa? La risposta è in uno sperduto paese alpino isolato dal resto del mondo per un terribile terremoto e minacciato da drammatici mutamenti climatici. In quel posto il susseguirsi delle stagioni è scandito dalle variazioni di colore del naso di un cane. Un percorso introspettivo tra sogno e realtà.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Giacomo B 12 giugno 2024Molto Deludente
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Caro Lettore, la ringrazio per l’apprezzamento che ha voluto esprimere. Cercherò di dare una risposta alle sue due giuste osservazioni che sono state anche le mie mentre mi costruivo in testa la storia. Perché un Europa nazista? Innanzi tutto per staccare eventi e personaggi da qualsiasi ipotetico riferimento con fatti e persone realmente esistite: il romanzo si svolge in un ambiente chiaramente e volutamente di fantasia ed altrettanto fantasioso è tutto ciò che in tale situazione avviene e/o si muove. Inoltre esiste nel libro una specie di “fil rouge”: siamo noi il metro dell’Universo. Ovvero la verità che noi viviamo non è assoluta ma quella scritta dai vincitori! Dai vincitori non solo di fatti tanto rilevanti quanto drammatici ed esecrabili come un conflitto mondiale, un olocausto o la conquista di un continente, ma anche di vincitori più modesti come la protagonista che racconta una sua verità di vita, che potrebbe benissimo non essere condivisa dagli altri protagonisti se io gli avessi dato voce: quello di Luca, di Joseph sono stati tradimenti perchè la protagonista li ha vissuti come tale, o lo sono stati veramente? L’intenzione di alcuni paesani di trasformare Pradaccio in una stazione sciistica alla moda è stata in assoluto il tradimento di uno spirito di convivenza o la giusta soluzione per molti valligiani rimasti senza casa e senza lavoro per il terremoto? Per Angela è stato un tradimento, ma Angela è una vincente. Proprio per tale motivo la fine del libro è stata concepita in quel modo, perché sarà la storia non scritta a dire la verità. Lei ha ragione, ho amato ed amo ancora molto la montagna: nel libro ho messo le mie avventure, le mie paure e i miei successi. Ho indugiato molto sulle abitudini e sulla quotidianità dei valligiani, ma l’ho creduto non solo piacevole, ma anche doveroso da parte mia nei confronti di uno stile e di caratteristiche di vita che mi hanno riempito il cuore. Piero Mikus
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Ho letto “ Naso da neve” incuriosito più dal titolo e senza tante aspettative. Mi è piaciuto molto: la descrizione dei personaggi e della loro psicologia è ben fatta e ricca di particolari come pure gli ambienti in cui gli eventi si svolgono. Ritengo la struttura del romanzo ben concepita con un finale del tutto inatteso e denso di speranze. Bella la figura della protagonista e ben descritto il processo mentale che la porta alla sua scelta di vita. Due critiche: il contesto socio-politico in cui si svolge la prima parte del libro è in un’Europa in cui domina la Germania nazista che ha fantasiosamente vinto la seconda guerra mondiale; perché tale inquadramento? E poi: immagino che l’Autore ami molto la montagna, deduco ciò dalla descrizione attenta e precisa a volte morbosa degli eventi che avvengono in tale ambiente, ma trovo tale amore per il dettaglio troppo ridondante, a volte pesante e ripetitivo soprattutto nella descrizione della quotidianità che si svolge in quello sperduto paese.
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