Non ho avuto la fortuna di essere padre. O forse mi sono solo risparmiato “la condanna” di sentirmi totalmente inadeguato come genitore. Quella condizione in cui a volte si arriva ad “odiare un figlio per quanto lo si ama.”Soprattutto quando di fronte alla sua sofferenza si è completamente impotenti. Quando ci si rende conto che la parte più difficile è quella di amare un figlio “anche quando lui non si fida più di te”, per usare le parole di Matteo Bussola. La paura di sbagliare è immanente. Il pericolo di pretendere persone a propria immagine e somiglianza è dietro l’angolo. O la parte migliore non realizzata di noi. Il libro mette le mani nella carne dell’uomo/genitore. La punge, la lacera, la stritola. È un costante cazzotto nello stomaco. Ma poi tenta di ricucire gli squarci con uno sguardo paziente e di speranza. E seppure indaghi nello specifico la relazione genitori-figli, anche altri tipi di relazione amorosa non sono molto dissimili dalle sue descrizioni crude e tenere allo stesso tempo. Un esempio? “Odio e amore sono fatti della stessa materia, però sottoposta a pressioni diverse, come il magma che diventa roccia, come sabbia quando si trasforma in diamante. Ma se l’amore riguarda a volte un’attesa visionaria, l’odio può riguardare un’aspettativa costantemente tradita: ci aspettiamo che accada qualcosa, che una sofferenza prima o poi finisca, che l’innocenza ritorni, anche davanti all’evidenza che così non sarà.” Game, set and match per usare un gergo sportivo. Non è un genere di lettura che adoro, ma i temi trattati e la profondità di pensiero sono notevoli. Non c’è indulgenza, ma nemmeno giudizio in quello che scrive l’autore. Tantomeno è un libro dai “buoni sentimenti” o che propone ricette preconfezionate su come si deve vivere o su come si devono interpretare certi ruoli delicatissimi per definizione. Come quelli di genitore o di figlio. Mi ha distrutto e sollevato questa lettura.
La neve in fondo al mare
- Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci. - Che vuoi dire? - Tipo, non so. Come trovare la neve in fondo al mare. Matteo Bussola racconta un nodo del nostro tempo: la fragilità adolescenziale. Scrive una storia toccante, piena di grazia, sul tradimento che implica diventare sé stessi. E ci mostra, con onestà e delicatezza, quel che si prova davanti al dolore di un figlio, ma anche la luce dell'essere genitori, che pure nel buio continua a brillare. Perché è difficile accogliere la verità di chi amiamo, soprattutto se lo abbiamo messo al mondo. Ma l'amore porta sempre con sé una rinascita. Un padre e un figlio, dentro una stanza. L'uno di fronte all'altro, come mai sono stati. Ciascuno lo specchio dell'altro. Loro due, insieme, in un reparto di neuropsichiatria infantile. Ci sono altri genitori, in quel reparto, altri figli. Adolescenti che rifiutano il cibo o che si fanno del male, che vivono l'estenuante fatica di crescere, dentro famiglie incapaci di dare un nome al loro tormento. E madri e padri spaesati, che condividono la stessa ferita, l'intollerabile sensazione di non essere piú all'altezza del proprio compito. Con la voce calda, intima, di un padre smarrito, Matteo Bussola fotografa l'istante spaventoso in cui genitori e figli smettono di riconoscersi, e parlarsi diventa impossibile. Attraverso un pugno di personaggi strazianti e bellissimi, ci ricorda che ogni essere umano è un mistero, anche quando siamo noi ad averlo generato.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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        Baghy 22 ottobre 2025Amare anche quando lui non si fida più di te
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        Giuls 09 ottobre 2025Temi importanti ma un po' tirato
Una lettura in grado di toccare nel profondo il lato umano delle persone. Il punto di vista generale è quello di un genitore che si trova in difficoltà nel relazionarsi con il figlio, nel comprendere i sentimenti veri del figlio. In questo libro vengono affrontati vari temi importanti, forse anche troppi perché a mio avviso non si riesce a dare il giusto peso a ciascuno. Il libro mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmato come mi aspettavo, forse perché non ho ancora figli, o perché per fortuna non ho dovuto affrontare momenti simili, fatto sta che non mi ha preso. Quello però che è stato in grado di darmi questo libro è stata una visuale piu aperta, per cui mi sento di consigliare questo libro sia ai genitori che ai ragazzi, così da poter capire ognuno meglio il punto di vista dell'altro. Ovviamente questo non è così facile, le difficoltà sono tante nella nostra vita e non è sempre facile superarle ma possiamo riuscirci e possiamo chiedere aiuto.
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        lea 08 settembre 2025consiglio vivamente la lettura
Consiglio a tutti di smettere di fare qualsiasi cosa è leggere questo libro.L'autore tratta di temi complicati nella maniera più semplice e delicata possibile, a mio parere. Si trova una scrittura molto scorrevole che tiene attaccata alle pagine. La storia viene raccontata da un padre che davanti alla lotta del figlio prova un dolore immenso poiché non riesce ad aiutarlo, ma racconta anche di come egli non perde mai la speranza di tornate a vedere un sorriso lì dove da tempo è scomparso.
 
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