Un viaggio in treno dalla Maremma a Firenze, l’odiata città natale dove il protagonista ritorna per assistere al funerale del cugino suicida, prende la forma di un monologo dai toni sferzanti, sarcastici e a tratti disperati, e diventa correlativo oggettivo di un’esistenza votata all’alienazione, a un rancoroso isolamento, alla rabbiosa ma lucida denuncia dei perversi ingranaggi della società e dell’assurdità della condizione umana. Il lettore viene trascinato quasi a forza in un desolante paesaggio interiore, popolato dai fantasmi di un passato che, per quanto lontano e ormai rinnegato, sembra destinato a non svanire mai e a tornare ad assillare ancora e ancora la mente di Bruno. In questa tundra stretta nella morsa della disperazione, in questa implacabile approssimazione alla follia e al nulla, l’amore fa una fugace, per quanto folgorante apparizione: ma di quell’aurora boreale non resta ormai che un pallido sole di mezzanotte.
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Anno edizione:2017
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