Camilleri ci consegna una storia esilarante caratterizzata da un susseguirsi imbrogli, di equivoci, di bricconate dove il potere politico e il mondo degli adulti con le sue ipocrisie, le sue credenze e suoi miti vengono continuamente messi alla berlina da un presunto principe di 19 anni.
Il nipote del Negus
Con Il nipote del Negus (2010) Camilleri torna sul tema del ventennio: «Ho tentato di esorcizzare e di capire il fascismo scrivendo tre libri. La presa di Macallé, poi Privo di titolo, dove c’è la finzione e la virtualità del regime, e l’ultimo, Il nipote del Negus, nel quale descrivo la stupidità e l’imbecillità del fascismo. Spero di non doverne scrivere più». Con intelligente e contagiosa ironia lo scrittore mescola ingegnosamente vero e falso e divertendosi ci delizia.
«Nel leggere Il nipote del Negus, mentre risulta difficile farsi una grassa e grossa risata, la sensazione che deriva è quella di un ghigno, di un sorrisetto beffardo e disilluso: la reazione adatta di fronte alla messa alla berlina del potere». - Giulia Caminito
Nel 1929 venne a studiare nella Regia Scuola Mineraria di Caltanissetta il principe Brhané Sillassié, nipote del Negus Ailé Sellassié. Partendo da questo fatto vero Andrea Camilleri mette insieme un fascicolo immaginario con la fitta corrispondenza tra Ministero degli Esteri, prefetto e questore di Montelusa, federale di Vigàta e direttore della Scuola Mineraria. Argomento dell’esilarante carteggio è il trattamento da riservare all’illustre alunno, che è esigente e spendaccione, ama il lusso, le belle donne e approfitta della situazione. Su idea di Mussolini in persona il principe viene sollecitato a scrivere allo zio Ailé Sellassié una lettera di sperticati elogi al fascismo, che potrebbe tornare utile nel contenzioso tra Italia ed Etiopia sui confini con la Somalia. E a questo punto la vicenda diventa farsa.
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Anno edizione:2025
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Monia 02 luglio 2024Divertente
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Di Camilleri leggo tutto. Ci conosce bene, in particolare i suoi conterranei. Ha scelto romanzi brevi e vicende di rapida risoluzione, ma muove bene trama e protagonisti come un burattinaio esperto e vigile. Ha una grande cultura, senso dell'umorismo, capacità introspettiva, colloca bene i personaggi nella trama e nell'ambiente, mescola il vero e il verosimile, la realtà e la fantasia, storia di ieri e di oggi. Nell'insieme è solare come la sua terra, ma anche pessimista o meglio realista sulla condizione umana. L'ho letto e anche riacquistato per regalarlo.
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Erika Sorrentino 03 dicembre 2017
Prendendo spunto da una circostanza reale (il soggiorno italiano del nipote del negus d’Etiopia a fini di studio), Camilleri orchestra una paradossale sinfonia epistolare che mette alla berlina una classe politica opportunista e un apparato burocratico farraginoso che hanno fatto tristemente la storia del nostro Paese. L’untuoso servilismo – a fini opportunistici – dei corrispondenti diverte e allo stesso tempo lascia l’amaro in bocca, in quanto dimostra come i valori tanto strombazzati possano essere messi da parte se di mezzo c’è un tornaconto personale – e così si sorvola sul colore della pelle e sui discutibili e dispendiosi “sollazzi” del “Principe” per qualche finanziamento in più o per un paio di chilometri di terra etiopica.
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