Franco di Mare riscrive in forma di romanzo un episodio della sua vita che tocca le corse più profonde dell'animo umano. Lo fa con una delicatezza degna dei migliori scrittori, da grande giornalista quale è stato. La scelta di non utilizzare i nomi reali dei protagonisti dei fatti è una soluzione vincente: ha il pregio di universalizzare un fatto personale consegnandolo alla letteratura, pur mantenendo un forte contatto con il mondo reale. Di Mare alterna le pagine più nere della guerra dei Balcani e dell'assedio di Sarajevo a pagine dense di speranza legate all'adozione della piccola, raccontando entrambe le situazione in maniera dettagliata: dai piccoli gesti scaramantici per sopravvivere alle dure giornate in uno scenario di guerra all'ansia per il risultato di questa adozione che man mano prevale e supera forse i timori del luogo in cui ci si trova. Piccola nota a margine: trattandosi di una storia vera il libro ha in questi giorni - maggio 2024 - risvolti crudi e allo stesso tempo dolcissimi legati alla morte di Di Mare per mesotelioma, forse contratto proprio in quella missione dei Balcani, e alla dichiarazioni della figlia - la piccola protagonista del romanzo - ora cresciuta e che racconta negli articoli su giornali e riviste il rapporto con il padre. Un libro assolutamente da leggere, un'esperienza personale che però insegna come, a volte, nella vita un piccolissimo dettaglio possa cambiare l'esistenza delle persone.
Non chiedere perché
Serve un pizzico di follia per inseguire, nella vita, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia si sviluppa a Sarajevo, in piena guerra fratricida della ex Jugoslavia, nell'estate del 1992, quando i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate dilaniano interi quartieri, persino arrampicarsi su un albero può essere letale: c'è chi muore perché non ha saputo resistere alla tentazione delle ciliegie. Con la ferita di un matrimonio fallito ancora aperta, Marco De Luca è l'unico fra i suoi colleghi giornalisti ad aver accettato l'incarico di inviato per la televisione italiana in questo inferno. Raccontare la complessità dei Balcani in novanta secondi al Tg è impossibile, perciò non resta che denunciare l'inaudita barbarie. Come quella del bombardamento sull'orfanotrofio, dove Marco si precipita a realizzare un servizio. Ma questa volta il filmato, paradossalmente, non ha nulla di drammatico. Come è possibile? In quella camerata piena di culle, Marco è rimasto colpito da un particolare che nessuno ha notato: c'è un'unica bimba bruna, mentre tutti gli altri sono biondi. E proprio quella bimba bruna lo spinge a inseguire, con un pizzico di follia, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia, ispirata a vicende realmente accadute, ruota attorno a un formidabile atto d'amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all'aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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stefano_menegon 20 maggio 2024Una storia indimenticabile
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PASQUALINA COLELLA 21 novembre 2016
Dopo aver apprezzato la fiction di rai1 "L'angelo di Sarajevo" interpretata da Beppe Fiorello e liberamente tratta da questo romanzo, mi sono catapultata in libreria e ho iniziato la lettura. Si tratta di un romanzo autobiografico, Franco Di Mare infatti racconta la sua esperienza da inviato a Sarajevo durante la guerra. Oltre a descrivere i fatti realmente accaduti da un punto di vista giornalistico, narra le emozioni, i sentimenti, le difficoltà di un popolo che vede la propria città trasformata in un inferno, un popolo che resta attonito di fronte alle atrocità della guerra ed è incapace di comprendere perchè è scomparsa l'unione di un tempo, quel forte legame capace di superare le reciproche diversità etniche, religiose, territoriali. Nonostante le svariate esperienze da inviato in altri conflitti, quella di Sarajevo entra nel cuore dell'autore, la vita di quel popolo si intreccia con la sua... lui un uomo in fuga da se stesso (complice un matrimonio in crisi)... lei una bambina abbandonata che diventerà sua figlia nonostante le numerose difficoltà e grazie all'aiuto di tanti. Un romanzo semplice ma di sostanza, autentico e commovente, privo di sentimentalismi sdolcinati, talvolta rabbioso. Per chi ha visto la fiction posso dire che nel libro ci sono differenze "importanti".
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NUNZIA CAPOLONGO 18 dicembre 2011
Ho acquistato questo libro perchè volevo rivivere le emozioni della storia della Mazzantini (Venuto al mondo) ambientata a Sarajevo, questa volta con la consapevolezza della città, avendo visitato le sue strade e le sue vie, ferite e rinate. Effettivamente le descrizioni di Franco di Mare hanno riportato alla mente tutti i luoghi visitati, e la storia mi ha emozionata e spinta a fare il tifo per lui, anzi per loro! L'ho trovato un po' freddo nei toni del racconto, forse più vicini ai toni giornalistici che a quelli romanzeschi. Ma bello ugualmente.
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